Il tramonto di Nazarbaev in Kazakistan. Ad Astana, e anche al di fuori dei confini del Kazakistan, sono in molti che iniziano a valutare la necessità di un ricambio generazionale alla guida del paese, considerate l’età avanzata e le cattive condizioni di salute del Presidente, Nursultan Nazarbaev.

Nazarbaev è stato, ai tempi dell’Unione Sovietica, segretario del locale Partito comunista e dal 1991 Presidente assoluto del Kazakistan indipendente. A partire da questa data ha costruito un potere personale accentrato e autoritario, mascherato da sistema semi-presidenziale. La società multietnica kazaka (le minoranze etniche rappresentano circa il 40% della popolazione, quella russa è la più numerosa) gode generalmente di una buona libertà personale a patto che non si cerchi di sovvertire il sistema di potere politico costituito o semplicemente di cambiarne le regole dall’interno. In occasione delle ultime elezioni politiche, del 2007, il partito presidenziale ha raccolto l’88% dei consensi, mentre nessuna delle altri forze politiche è riuscita ad entrare in Parlamento, superando l’elevata clausola di sbarramento (7%). La sostenuta crescita economica del Paese e l’abile politica di tolleranza etnica promossa dal Presidente Nazarbaev tra la minoranza russa che arriva al 30% del totale e la popolazione maggioritaria di etnia kazaka ha ulteriormente rafforzato la sua popolarità.

La politica gradualista di Nazarbaev ha certamente quindi avuto diversi risvolti positivi in campo economico e sociale, sebbene sia ormai noto che il concetto di democrazia in Kazakistan non si è ancora pienamente radicato. Non mancano però in tal senso importanti segnali di risveglio della società civile.La questione della trasparenza democratica riguarda in particolare il delicato problema della successione a Nazarbaev. Dal momento che evidentemente non esiste un sistema trasparente di selezione democratica del personale politico, la scelta del suo successore avverrà quindi attraverso una cooptazione da parte dell’elite governativa, con le relative lotte di potere che ciò inevitabilmente comporta.

La successione di Nazarbaev ha una valenza che supera i confini nazionali e concerne anche l’Occidente, vista la rilevanza strategica del Kazakistan in virtù delle immense risorse energetiche (a partire dal petrolio), e della crescente importanza politica di un paese che con Nazarbaev è stato in prima fila nella lotta contro il radicalismo islamico e a favore di uno Stato musulmano laico (il 55% della popolazione è musulmana, il 40% cristiana) ed etnicamente tollerante. Nel caso di discontinuità politiche il rischio è che sia minata la stabilità regionale che finora il Kazakistan di Nazarbaev ha considerevolmente contribuito ad assicurare all’intera Asia centrale.