In questi giorni anche da Bologna guardiamo con preoccupazione al Trentino, dove i tagli annunciati dalla Provincia Autonoma di Trento mettono a repentaglio la vita e le attività di Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa (Obct).

Nato nei primi anni Duemila, all’indomani della dissoluzione della ex- Jugoslavia e della guerra del Kosovo, Obct è stato tra i primi portali online del nostro Paese e il primo progetto editoriale ad affacciarsi con continuità sul Sud-Est europeo, su quell’area che ancora oggi è Europa fuori dall’Europa. Miscelando giornalismo, ricerca e progettazione europea, in vent’anni di lavoro Obct è divenuto un think thank di livello continentale: lo leggono i nostri ambasciatori (da Zagabria a Tirana, da Mosca a Chișinău), lo leggono i funzionari delle istituzioni europee, lo leggono giornalisti e cittadini di decine di Paesi, anche e soprattutto fuori dall’Ue. Tantissimi i lettori italiani: chi in cerca di un punto di vista transnazionale, chi di informazioni utili a preparare un viaggio verso aree che i media mainstream non riescono ad affrontare senza cedere agli stereotipi. Stiamo parlando di un portale multilingue, transnazionale e crossmediale che raggiunge le 150.000 pageviews mensili (fonte Google Analytics), copre 27 Paesi e mette a disposizione un archivio gratuito di 12.000 approfondimenti su temi fondamentali: dalla memoria alla libertà dei media, dall’allargamento ai diritti umani, dalla cooperazione allo sviluppo locale.

Dal 2018 Obct fa parte del Centro per la Cooperazione Internazionale, un’istituzione fortemente voluta dalla stessa Provincia Autonoma, che per due anni ha lavorato all’unione di due sue esperienze: quella di Obct – sino ad allora afferente all’Opera Campana dei Caduti di Rovereto – e quella di Competenze per la Società Globale, attiva a Trento nei campi della formazione e dell’intercultura. Dopo aver dato vita a un Centro integrato per l’internazionalizzazione del Trentino, la Provincia ha annunciato di voler tagliare i budget fissati per il triennio 2020-2022, una decisione che mette a rischio il posto di lavoro di 12 dipendenti e che ha portato alle dimissioni immediate del presidente del Centro Mario Raffaelli.

Come i nostri lettori sanno bene, da tempo anche la rivista «il Mulino» è partner di Obct. Ma non è per questo, non è per la stima che nutriamo per i colleghi trentini che ci sentiamo in dovere di ricordare che «Osservatorio» (così lo abbreviano i lettori storici) costituisce un patrimonio di informazione, cultura e contenuti a disposizione di tutti. Una ricchezza che dovrebbe stare a cuore a tutte le parti politiche, soprattutto in Trentino, la terra che può vantarne la paternità, e soprattutto se si considera la capacità di generare utili, perché ai fondi strutturali saggiamente allocati dalla Provincia Obct ha affiancato il bilancio proveniente dalla progettazione europea, in crescita esponenziale. Aggiudicarsi e sviluppare progetti europei è tutt’altro che semplice, richiede un expertise e una specializzazione che tante redazioni invidiano.

Il gruppo del Mulino nel suo complesso ha sempre guardato con interesse a Nord-Est, sin dal 1961, quando un convengo bolzanino organizzato dalla nostra Rivista, intitolato «Una politica per l’Alto-Adige», si occupò del cosiddetto «pacchetto di misure per l’Alto Adige». Oggi come allora riteniamo che esistano tematiche e progetti di interesse pubblico trasversale, meritevoli di cura e attenzione a prescindere dalle appartenenze politiche e territoriali. E ci auguriamo di cuore che la politica locale di una regione così ricca e importante, di una terra di confine che partorì all’Italia e all’Europa Alcide De Gasperi, sappia recuperare nella sua storia il senso del proprio ruolo e delle proprie decisioni.