Mercoledì 14 febbraio, dalle ore 14 e 30, una giornata di studio dedicata a politica, società e cultura nella Bologna degli anni Cinquanta. Il dibattito avrà luogo nella sala Farnese di Palazzo D'Accursio (piazza Maggiore 6). L'evento è organizzato dalla Fondazione Biblioteca del Mulino e si inserisce nelle celebrazioni del settantesimo anniversario della nostra casa editrice. La casa editrice il Mulino, infatti, nasce nel 1954 dall’intraprendenza di un gruppo di giovani che, forti dell'esperienza maturata con la rivista, danno avvio a una sorta di university press italiana, diventata ben presto crocevia e laboratorio per il riformismo italiano.

Dedicare nel 2024 un convegno di riflessione alle vicende politiche bolognesi degli anni Cinquanta significa anche volersi occupare di un capitolo di storia italiana, ma per tanti versi europea. Nel 1956 Bologna salì all’attenzione nazionale per lo scontro elettorale per la guida del Comune contesa fra il comunista Dozza e il cattolico critico Dossetti, da cui ebbe origine il dibattito sulla cosiddetta "apertura a sinistra", con l’appello ai nuovi intellettuali per lo sviluppo del Paese e tutte le perplessità, per non dire le chiusure non solo del partito comunista, ma anche del liberalismo classico.

Nello stesso periodo, la Chiesa bolognese sotto l’episcopato di Giacomo Lercaro doveva misurarsi con il mutamento del ruolo della religione nel nuovo contesto sociale. E il Partito comunista, uscito vincitore dallo scontro elettorale del 1956, doveva invece porsi il problema del "che fare" di un contesto così favorevole sul piano politico, ma che si allontanava per certi aspetti sotto l’incipiente nascita della società dei consumi chiedendo altri tipi di approccio alle domande dei tempi.

Si è progettato pertanto un incontro per offrire ricerche e riflessioni su questi aspetti, ormai indagabili fuori delle superate ortodossie di parte, che esplori il ruolo delle diverse componenti sociali oltre quelle canoniche (la stampa, l’imprenditoria economica e cooperativa, i circoli giovanili e universitari), che inquadri il ruolo di Bologna nell’evoluzione della politica nazionale. Sarà anche l’occasione per un primo inquadramento di figure ormai parte della storia di Bologna e non solo di Bologna come Nicola Matteucci, Ezio Raimondi, Luigi Pedrazzi, per citare le maggiori, ma anche altre che diedero contributi significativi agli eventi che si indagheranno. A questo lavoro di ricostruzione parteciperanno sia personalità che ebbero occasione di collaborare a vario titolo coi protagonisti di quegli anni, sia studiosi e ricercatori che si sono applicati alla ricostruzione storica di quell’età e dei percorsi che in essa si svolsero.

Ad aprire il convegno saranno i saluti del sindaco Matteo Lepore e della presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna Patrizia Pasini. A introdurre sarà Paolo Pombeni, presidente della Fondazione Biblioteca del Mulino e direttore di questa rivista. A seguire interverranno Luca Baldissara, sulle vicende politico-istituzionali; Enrico Galavotti, con un approfondimento su Lercaro e Dossetti; Michele Marchi, con una relazione dal titolo "L'anticonformismo dei 'giovani intellettuali': Il Mulino"; Vera Negri Zamagni sul mondo economico dell'epoca; Roberto Balzani, sul rapporto tra università e cultura. "Cosa ci hanno lasciato gli anni Cinquanta" sarà la relazione conclusiva, seguita dagli interventi di Giancarla Codrignani, Federico Stame, Angelo Varni e Walter Vitali. A moderare l'incontro sarà Ugo Berti Arnoaldi.

L'ingresso è libero, ma è comunque consigliata la prenotazione via mail tramite l'indirizzo biblioteca@mulino.it. Per ulteriori informazioni è possibile chiamare il numero 051 223068.