Napoli è oggi il set di numerose fiction e film di buona o elevata qualità e intensità e di grande diffusione tra strati diversi della popolazione. La complessità di Napoli offre agli sceneggiatori e alle sceneggiatrici una varietà di temi forse non presenti in nessuna altra città italiana che nel loro insieme ricompongono il puzzle della questione sociale. Con tutti i limiti dei prodotti artistici, ovviamente, se li si vuole guardare come documentari e inchieste sociologiche. Ma al contempo con il pregio di sollecitare l’immaginazione sociologica, oggi assopita dal dominio di ricerche sempre più standardizzate. Anche in passato ci sono state serie di successo, come Un posto al sole, in onda da un quarto di secolo, o quella tratta dal libro Gomorra di Roberto Saviano, ma l’elemento di novità di questa stagione artistica napoletana è rappresentato dall’adozione di una postura etica che non edulcora la realtà o rappresenta solo il lato oscuro della città. In molte delle opere attuali lo spettatore è indotto a non assolvere, ma neanche a giudicare senza appello. Ne sono d’esempio Mare fuori, serie molto seguita dagli adolescenti, non solo napoletani, che hanno trovato evidentemente un elemento di identificazione molto potente con i protagonisti, anche se giovani detenuti in un carcere minorile immaginario (e come tale rappresentato con un certo scollamento dalla realtà dell’effettivo funzionamento di questa istituzione) o la serie Rai Fiction-Palomar Resta con me, nata da un’idea di Maurizio De Giovanni, nella quale le vicende biografiche del vicequestore si intrecciano con quelle del suo amico di infanzia spacciatore in un gioco di destini sociali.

Ma più di tutti è il film Mixed by Erry diretto da Sidney Sibilia, che ha riempito le sale cinematografiche nel weekend dando un po' di respiro a esercenti in grande difficoltà, a costituire un caso interessante. Il film ricostruisce la storia di Enrico, Angelo e Peppe Frattasio, tre fratelli del quartiere popolare del centro storico di Forcella che negli anni Ottanta accumularono una fortuna con la pirateria musicale. Nonostante un certo registro epico, lo svolgersi della trama non trasforma chi si muove nell’illegalità in eroi da emulare, anche se l’accanimento del commissario Ricciardi viene messo giustamente alla berlina. I fratelli Frattasio pagano con il carcere l’aver violato la legge (mentre il potente manager milanese socio in affari si salva patteggiando). Ma il film ci invita a cercare di comprendere le ragioni per cui si può arrivare a delinquere, guardando sia al contesto sociale sia alle storie familiari e al loro intreccio. Il talento giovanile a Napoli, che a volte assume i caratteri del genio per ragioni storiche e culturali, ha spesso una potenza sua propria che, per citare Totò, si manifesta «a prescindere». Tuttavia, senza strutture adeguate che lo sostengano (scuole a tempo pieno, occasioni di lavoro non al nero, offerte culturali di ogni tipo) si sviluppa come una pianta storta o peggio ancora si trasforma in una pianta infestante. In Mixed by Erry c’è una fuggevole citazione alla foto che ritrae Maradona nella vasca da bagno a forma di conchiglia rivestita d’oro nella casa del boss Giuliano. E a me la parabola dei fratelli Frattasio ha ricordato proprio quella di Maradona: l’impossibilità del riscatto per chi viene da un ambiente sociale e familiare disagiato. I fratelli Frattasio avrebbero potuto ritirarsi all’apice del successo, ma il potere corruttivo della ricchezza immediata (anche se non per questo facile perché comunque frutto di un duro lavoro) per Angelo e Peppe, così come il demone della genialità nel caso di Enrico (entrambi presenti in Maradona), sono stati più forti di ogni cosa, dispiegando la loro forza distruttiva senza trovare uno sbocco migliore.

Lo sforzo individuale di sottrarsi al destino sociale, inseguendo il proprio talento in contesti difficili, ha un prezzo altissimo per chi lo compie. Alla fine i veri eroi del film sono i genitori dei fratelli Frattasio che hanno insegnato ai figli la solidarietà tra fratelli e il senso di un lavoro «onesto», che non nuoce a nessuno se non al malcapitato oggetto della truffa il quale, rientrato a casa, scoprirà che nella bottiglia di Jack Daniels c’è solo del the. Ma anche per loro non si intravvede quel riscatto dalla povertà. Quel riscatto che può venire solo da un radicale cambiamento economico e sociale che la città attende da così lungo tempo.