Il decreto legge n. 4 del 2019 contiene i provvedimenti più “identitari” tra quelli contenuti nel “contratto di governo”, espressione di sensibilità diverse dei partner della maggioranza e dalle platee e dagli elettorati differenti. Tuttavia, nella narrazione dell’esecutivo, il reddito di cittadinanza, da un lato, e le misure riguardanti le pensioni, dall’altro si tengono insieme.
[...]La proposta di legge di modifica della normativa sulla legittima difesa e connessi – approvata lo scorso 24 ottobre dal Senato con 195 voti favorevoli (M5s e Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia), 52 contrari (Pd e di LeU) e un'astensione – nasce dall’intento di trasformare in legge uno slogan tenacemente propagandato e di forte impatto sociale: “la difesa è sempre legittima”.
[...]Il dibattito sui temi di diritto del lavoro in Italia è spesso preda di un sensazionalismo che impedisce approfondimento e soluzioni ragionate.
Le misure introdotte dal “Decreto Dignità” si limitano a qualche modifica sulla disciplina del lavoro a termine, della somministrazione di lavoro e del licenziamento ingiustificato. Fa quindi sorridere che si sia scomodata la “dignità” del lavoro per questa manciata di norme, non solo da parte del legislatore ma anche degli editorialisti di prestigiosi quotidiani. Con buona pace del ministro Di Maio, le modifiche sono ben lungi dal rappresentare la “Waterloo del precariato”,
[...]Il progetto leghista-pentastellato di un “governo del cambiamento” ha rischiato di deragliare a causa dei temi macroeconomici e dello scontro istituzionale emerso a partire dalle idee sul rapporto tra Italia ed Europa. Questioni decisive innanzitutto per le conseguenze che alcune scelte politiche hanno,
[...]Può apparire incredibile, eppure, dopo colpi di scena e voltafaccia di ogni tipo, a quasi tre mesi dalle elezioni non è ancora chiaro se il “governo del cambiamento” del Movimento 5 Stelle e della Lega partirà o no
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