La scuola è di nuovo nell’emergenza. Tutti gli studenti e le studentesse delle scuole superiori sono tornati alla didattica a distanza; nelle regioni “rosse”, che aumentano con il passare dei giorni, seguono le lezioni da casa anche gli alunni e le alunne delle seconde e terze medie;
[...]“O moriamo di fame o moriamo di Coronavirus”, ci ha detto R., abitante del campo di Cupa Perillo a Scampia.
Questa frase, dura ma efficace, è la conclusione di una lunga chiacchierata che abbiamo avuto la scorsa primavera, durante la prima fase di lockdown, con una donna rom che abita a Napoli
[...]Il Covid-19 ha impartito alcune lezioni sullo Stato sociale, sulle quali riflettere al di là dell’emergenza, che ha visto ovviamente misure intese a tamponare, più o meno efficacemente, i bisogni più diffusi e più urgenti, soprattutto di minime garanzia reddituali.
La prima lezione
[...]Il governo ha varato un decreto legge (DL 8 aprile 2020, n. 22) che interviene sulla conclusione di quest’anno scolastico e sull’avvio del prossimo. Come già accaduto per le altre misure di emergenza, il decreto non entra nei dettagli
[...]È trascorsa circa una settimana da quando i media nazionali hanno rilanciato la notizia di una scuola romana che, presentandosi sul suo sito internet, avrebbe caratterizzato le sue tre sedi in termini classisti. Come in altre occasioni, quando la scuola entra nel faro d’attenzione del dibattito pubblico, prevalgono il tono scandalizzato e una scarsa capacità di contestualizzare ciò che si sta riportando.
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