Nei giorni di questa convulsa crisi di governo è tornato prepotentemente alla ribalta il tema della riforma elettorale. E non appena Conte (ribadendo peraltro i termini di un accordo politico a suo tempo firmato dalla maggioranza
[...]La riduzione del numero dei parlamentari, dopo la promulgazione della relativa legge costituzionale, è divenuta definitiva, ancorché destinata a divenire operante con l’inizio della prossima legislatura.
[...]Si torna a votare per un referendum costituzionale confermativo dopo che le ultime due volte l’appello al voto ha bocciato una riforma approvata dal Parlamento. Questa volta si tratta di una misura limitata e specifica
[...]All’inizio tutto era chiaro: il Movimento 5 Stelle voleva punire la “casta”, indebolire un’istituzione (il Parlamento) considerata ormai obsoleta e ricavarne così qualche risparmio da sventolare dall’alto di un balconcino romano
[...]Il 20 settembre voterò "no" nel referendum per il taglio dei parlamentari; così coglierò anche l’occasione per celebrare i 150 anni della Breccia di Porta Pia
[...]