Fra le molte questioni sollevate dalla pandemia di Covid19, c’è il tema della relazione fra esperti (in questo caso soprattutto medici e scienziati), istituzioni e società nel suo complesso
[...]Questa crisi ha evidenziato alcuni aspetti relativi alla scienza e alla sua comunicazione che andranno affrontati. La scienza si basa più sul dubbio che su verità assolute, tuttavia Edgar Morin ci ricorda che questo non è ovvio per il pubblico
[...]Non c’è niente di più mesto dello slogan che ci sta accompagnando in questi giorni: “Andrà tutto bene”. Come sappiamo, è un'espressione che di solito adoperiamo per far coraggio o per farci coraggio, proprio quando temiamo che le cose possano precipitare. Eppure ci siamo aggrappati a questa consolazione con tutte le nostre forze; così come ai balconi, che abbiamo ripreso a frequentare per comunicare, come facevano le nostre nonne.
[...]The current epidemic situation in Italy is severe. For security reasons, all educational institutions across the country have been closed and most gatherings have been canceled. The Coronavirus is spreading all over the world at an alarming rate. Many governments have proposed travel restrictions on Italy. International tourists began to cancel their travel plans to Italy. Exhibitions have also been temporarily canceled or postponed
[...]Com’è possibile parlare dell’epidemia di paura del coronavirus? D’altra parte, com’è possibile non parlarne? Troppo di noi e del nostro presente si manifesta in questa ondata. Non parlarne significa rifiutare di tentare almeno una diagnosi – non medica né mediatica, per una volta – sul nostro stato di salute. Eppure, come parlarne, e come farlo in termini diversi dall’attualità e dalle forme da essa prestabilite?
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