Il 2 novembre 2020 la città di Vienna è stata colpita da un attacco terroristico. Quattro civili inermi sono stati uccisi, altre 22 persone sono rimaste ferite, alcune gravemente. L’attentatore, anch’egli rimasto ucciso, è un cittadino austriaco-macedone, Kujtim Fejzulai, il quale non era solo in contatto con una rete di jihadisti tedeschi,
[...]Tre sono gli effetti del Coronavirus sulle società che colpisce. In primo luogo l’aumento generalizzato dell’intervento dello Stato, l’espansione delle imposizioni in termini di regole della vita civile
[...]Il 9 dicembre sono state collocate nella pavimentazione attorno alla fontana dell’omonima piazza di Milano diciotto formelle, o meglio diciassette più una. Ricordano le vittime di quella prima strage, che segnò l’inizio della cosiddetta “strategia della tensione”. Il “giorno dell’innocenza perduta” di cui domani ricorrono i cinquant’anni. Di ognuno di quei diciassette uomini si può leggere il nome, l’età, la professione: agricoltori, commercianti, periti agrari, amministratori di fondi… il ritratto di un’Italia che sembra lontanissima, più primo che secondo Novecento, tanto da rendere ancora più distante la percezione di quanto avvenne quel pomeriggio del 1969.
[...]L'attentato del 15 marzo 2019, consumatosi nella lontana Nuova Zelanda per mano del suprematista bianco Brenton Tarrant contro due moschee di Christchurch e che ha provocato circa cinquanta morti, basterebbe da solo a dimostrare che l'insistita riconduzione del terrorismo alla sola matrice islamica è una pura operazione ideologica, che ha condizionato il dibattito occidentale negli ultimi trent'anni.
[...]Il massacro nelle moschee neozelandesi ci interroga a un livello personale profondo prima ancora che politico. Non so quanti abbiano gettato uno sguardo sui propri impulsi più intensi, gli odi irrefrenabili nascosti nell’inconscio. È una questione di vissuto personale, di motivazioni che molto spesso non riusciamo a cogliere;
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