È indubbio che i quattro anni di Donald J. Trump alla Casa Bianca verranno ricordati come una presidenza per molti aspetti inedita, in quanto palesemente indirizzata alla difesa di un’America «bianca» e poco inclusiva della «diversità» presente nella società statunitense. Il presidente ha fatto della «chiusura» verso l’esterno un assioma plasticamente identificabile
[...]Possiamo dire ancora una volta, mi pare, che gli italiani danno il meglio di sé solo quando sono con le spalle al muro, mentre non appaiono in grado di agire in modo da anticipare possibili rischi futuri. Quanto è accaduto dal 4 maggio 2020 ad oggi appare come una ulteriore conferma di questa tendenza.
[...]La politica torna a parlare di diritto alla cittadinanza. Lo fa per l’ennesima volta nel tentativo di modificare una legge risalente al 1992 e fondata sullo ius sanguinis (diritto di sangue), che fa derivare la cittadinanza da quella dei genitori e degli antenati. Ad oggi lo Stato italiano riconosce come suo cittadino chiunque abbia almeno un genitore italiano, senza distinzione tra chi nasce in Italia e chi nasce all’estero.
[...]Farebbe sorridere se non facesse arrabbiare il fatto che il ministro dell’Interno, nell'incontrare Rami e gli altri ragazzi che con il loro coraggio hanno evitato che il sequestro del pullman di Milano si trasformasse in tragedia, si lamenti del fatto che “il loro caso è stato usato per una battaglia politica”. Non perché Salvini abbia torto, ma perché è lui il primo attore politico che ha fatto della demagogia e della propaganda lo sfondo di ogni suo atto politico e legislativo. Sul tema dei migranti ma non solo.
[...]L'espressione “cittadinanza attiva”, pressoché sconosciuta fin verso gli anni Duemila, ha avuto da allora una crescente fortuna nell’arena pubblica, essendo stata fatta propria da istituzioni, organizzazioni della società civile, comunità scientifica, sistema dei media.
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