“A Roma il Consortium Torrino Mezzocammino dedica la nuova Scuola Elementare Statale a Geronimo Stilton, per promuovere i buoni valori che lui da sempre sostiene, l’inaugurazione il 10 dicembre alle 14.00 alla presenza del famoso topo giornalista...”.
Lo confesso: quando ho ricevuto questo comunicato stampa ho detto: “Naaa… E’ uno scherzo”. Si sono sbagliati. Ho subito pensato a una operazione di promozione. Ho cercato di capire tra le righe dove fosse la fregatura. E invece no: la fregatura era proprio quella. E davvero ancora non ci credo: niente di personale contro il topo “Made in Piemme”, sicuramente uno dei successi editoriali (e di marketing) più importanti di questi anni; un personaggio proposto, e imposto, ai giovani lettori e che deve il proprio successo alla sua semplicità (diciamo anche banalità…), al suo buonismo (credo che tra buoni valori e buonismo valga la pena fare un minimo di distinzione), al suo essere un fumettone spacciato per letteratura. Però qua siamo sul soggettivo: personalmente non considero i libri di Geronimo Stilton una buona lettura, e da sempre ai bambini che leggono “solo” (e ai genitori che comprano “solo”) Stilton tendo a spiegare che un buon libro è altra cosa. Ma a parte questa mia posizione (e senza scomodare il Gabibbo ammetto che io stesso, una decina di anni fa, ho firmato un “Manuale di Internet” per bambini griffato Stilton, ma avevo vissuto Stilton solo come un accessorio, non accorgendomi che invece stavo diventando un “complice”) credo sia vergognoso arrivare a intitolare una scuola a un personaggio (amato, amatissimo… ma chiediamoci anche il perché?) senza storia, senza spessore, senza nessun valore storico o artistico. Perché un bambino deve riconoscersi in un ratto dei cartoni animati? Che idea di scuola offro (e ho in testa)  proponendo come modello di aspirazione quello di un borioso topastro che ha tra i cavalli di battaglia le parodie dei classici della letteratura?
Per anni ho girato per le scuole d’Italia… E viaggiare per i nostri istituti, e per i loro nomi, è un po’ come entrare nella nostra storia e nella nostra geografia. E un lungo elenco di scuole “Don Milani”, “Gianni Rodari”, “Martin Luther King”, “Ariosto”, “Italo Calvino”, “Manzoni”, "Aldo Moro", "Leonardo da Vinci", "Salgari"… Io andavo alle elementari “De Amicis”, a Pieve di Cento. Nella mia infantile ignoranza pensavo fosse un modo antico per dire che era la scuola “degli amici”, dove si andava per “fare amicizia”. Solo qualche anno dopo ho scoperto che era il nome di uno scrittore e, benché non abbia particolarmente amato il libro “Cuore”, ne ho colto il valore e il valore del suo autore.
E lo pensavo anche con onore: “Io vado alle De Amicis”. Ma ci pensate dover dire: “Io vado alle Geronimo Stilton”?
Ha qualcosa di vergognoso, di finto e plastificato! Qualcosa di irritante,  di superficiale, di pubblicitario. Ma soprattutto ha qualcosa di debole, di resa assoluta e incondizionata verso la cultura e le culture.
Non voglio fare il moralista e il nostalgico, non sono io e non è il mio stile.
Però credo non manchino “eroi moderni”, punti di riferimento attuali, esempi di uomini e donne che diventano stimoli ed è bello ricordarli e averli in testa dedicando loro un luogo di crescita, formazione e fermento come è la scuola.
La scuola è una cosa seria, non è un giocattolo creato alle spalle dei nostri figli.
La scuola è una cosa seria, ed è quello che diciamo ai nostri figli.
In una scuola marchiata "Stilton" faccio davvero fatica a trovare residui di seriatà e passione educativa.
Me lo vedo già il preside della “Geronimo Stilton” che, gridando “Per mille mozzarelle”, si lamenterà per il taglio dei fondi alla scuola, e chiederà ai genitori di far portare ai propri figli un rotolo di sottilette da mettere nei bagni…

 

(Grazie a www.federicotaddia.com)