Demoralizzato dal rifiuto ricevuto dal presidente di una grande casa di produzione discografica alla quale aveva presentato un progetto artistico, Groucho Marx scrive che è triste sapere che un professionista di quel calibro non distingua la Quinta sinfonia da Perché è un bravo ragazzo. Può darsi che Marx esagerasse; io credo di non esagerare se dico che sospetto che Carlo Giovanardi non abbia la minima idea di che cosa siano le biotecnologie, né i diritti. Ho fondati motivi per sospettarlo dopo aver letto la sua dichiarazione di apertura del Forum sulla famiglia: "Scienza e biotecnologie possono togliere ai figli il diritto di nascere all'interno di una comunità d'amore con un'identità certa paterna e materna". Grazie alle biotecnologie milioni di coppie non fertili hanno potuto avere figli, e malattie un tempo incurabili sono state curate o addirittura evitate. E, quindi, tanti figli hanno potuto avere "il diritto" di avere entrambi i genitori vivi, e tanti genitori hanno avuto "il diritto" di avere figli sani. Le biotecnologie non conferiscono (e non tolgono) diritti a nessuno. Casomai mettono a disposizione materiali e pratiche che il legislatore può decidere di rendere, o meno, oggetto di diritti, permessi o proibizioni.
I diritti, poi, sono cose delle quali solo gli esseri umani viventi possono essere titolari. Perciò, il semplice parlare di un diritto del quale sarebbero titolari "figli futuri" – cioè persone che non esistono – sarebbe un'aberrazione sotto il profilo giuridico, se non fosse già una bestialità sotto il più elementare profilo logico. Se è triste sapere che chi fa i milioni con i dischi non capisce niente di musica, sapere che chi pontifica di diritti e di biotecnologia da posizioni di autorità sia tanto sprovveduto nell'uno e nell'altra è roba da indossare il lutto stretto. Ma Giovanardi, che non bada a spese quando si tratta di stupidaggini, non si accontenta, e vuole proprio farci sprofondare nell'abisso della disperazione; così, ci mette dentro anche la canonica intemerata contro la scienza. "Canonica" in tutti i sensi: il leitmotiv vaticano sulla scienza che, senza Dio, sarebbe un pericolo lo abbiamo sentito tante di quelle volte che, ormai, non fa più notizia nemmeno nelle pagine di "Avvenire". Giornale che, va detto, ha definito l'intervento di Giovanardi "cristallino".
Tanta madornale goffaggine ha rischiato di far passare in secondo piano le bugie di Maurizio Sacconi (altra autorità invitata all'apertura del Forum), che nella sua prolusione ha affermato come la sola famiglia che ha diritto ad aiuti statali sia quella composta da due genitori sposati e dai relativi figli, o almeno da due persone sposate che intendono avere figli in un futuro prossimo (poi, in serata, ha rettificato: in realtà la sua intenzione era quella di dire che queste famiglie hanno diritto più delle altre a sovvenzioni e ad aiuti statali, perché "non sono mica un nazista!", e comunque qualcosa va dato anche alle cosiddette "famiglie di fatto"). E ciò perché – ha sostenuto Sacconi – nella Costituzione si parla di "famiglia naturale". Affermazione che va contro il testo dell'art. 29, contro la dottrina costituzionalistica (anche cattolica) e contro la Corte Costituzionale, che nella sentenza 138/2010 ribadisce che il termine "naturale" non va inteso affatto come un recepimento giuridico dell'ovvio dato biologico che la riproduzione degli esseri umani avviene per via sessuale.
Questa non è questione di preferenza politica, né di adesione a codici morali adeguati o meno ai tempi. È questione di ignoranza, di pura e semplice insipienza. Anche un ceto politico che ignora che cosa sia il Darfur e che cosa sia la Consob ha le proprie punte di diamante. Questi ministri e viceministri ne sono gli esponenti, degni rappresentanti di quella platea che, a spellamani, li ha applauditi.