Galateo indiano. Cresce in India la febbre per l’inizio dei Giochi del Commonwealth, il più grande evento sportivo mai ospitato dall’ex colonia britannica. La manifestazione sarà inaugurata a New Delhi, città ospitante, il 3 ottobre prossimo e proseguirà per 11 giorni, concludendosi con la cerimonia finale il 14 ottobre. Sebbene non si stia parlando di Olimpiadi, per il governo indiano si tratta di un’occasione senza pari con cui offrire al mondo l’immagine della Nuova India: giovane, ricca e sicura di sé. Non sarà tuttavia una cosa facile, in quanto, oltre a far scintillare i lustrini, le luci dei riflettori internazionali potrebbero mettere in mostra anche le tante ombre della capitale indiana. Infrastrutture carenti, strade invase da rifiuti, traffico fuori controllo, povertà ad ogni angolo, animali randagi liberi lungo le strade del centro, bambini sporchi e denutriti impalati ai semafori per chiedere l’elemosina, sono alcuni degli aspetti che l’immensa macchina organizzatrice messa in piedi dal governo sta tentando di nascondere, se non altro per gli 11 giorni della manifestazione. Ammesso e non concesso che in meno di 100 giorni New Delhi possa cambiare pelle, alleggerendo le rughe di una città popolata da 16 milioni di abitanti, sono in molti, in India e altrove, ad interrogarsi sui metodi che dovrebbero essere impiegati per riuscirci. Il progetto iniziale prevedeva un piano di ‘pulizia’ orientato all’allontanamento dalle zone centrali di 250.000 cani randagi, 60.000 senzatetto (stima basata sui dati disponibili 10 anni fa) e parte degli 800.000 abitanti degli slum. In breve però, nella lista dei ‘nominati’ all’eliminazione sono finiti anche le mucche, gli asini, i tori, le capre, i topi, i serpenti, gli elefanti e i cammelli. Un massiccio intervento di lifting, il cui costo preventivato sfiora i 65 milioni di dollari, anche se sembra destinato almeno a raddoppiare. Cifra che si somma agli 1,4 miliardi di dollari stanziati per realizzare 26 strade sopraelevate e 18 ponti ferroviari, e ai 3,4 miliardi per munire la città di 3.775 autobus ed estendere la linea della metropolitana, e ai 60 milioni per concludere il nuovo terminal dell’aeroporto internazionale.

L’idea di cacciare gli ospiti “sgraditi” dal centro di New Delhi ha provocato reazioni a 360 gradi, dovute alle comprensibili perplessità sull’efficacia di un’operazione simile. “Il governo sta tentando di nascondere i poveri sotto al tappeto – ha dichiarato alla Bbc Biben Debroy, economista indiano –, questo non sarà di aiuto. Bisogna trovare un modo migliore per affrontare un problema centenario”. Ammesso anche si trovi il metodo per deportare senza troppi traumi gli abitanti delle strade del centro, sarà possibile sgomberarli in soli 2 mesi? E come si potrà prevenire il loro ritorno? Con quali metodi? Sono questi alcuni degli interrogativi ancora aperti, la cui risoluzione dipende in buona parte solo dall’effettiva disponibilità dei fondi necessari a smobilitare uomini e mezzi. Diversamente da quanto in molti speravano, gli sponsor per il momento continuano a snobbare il più importante evento sportivo della storia dell’India, tanto che la municipalità di New Delhi è corsa ai ripari, decidendo di aumentare i prezzi del gas da cucina, del diesel, degli alcolici e dei telefonini di ultima generazione. Difficile prevedere oggi se l’ipertrofica struttura organizzativa dei Giochi sarà in grado di raggiungere i propri obbiettivi, ma se è proprio necessario “ripulire” il centro città, sarebbe meglio iniziare con le montagne di spazzatura ammassate lungo le strade. Magari potrebbe essere stanziata parte del danaro per implementare un sistema di raccolta rifiuti più efficace, e visto che ci siamo, attuando una campagna pubblica per far leva sulla fragile coscienza ecologica degli indiani.