Avrei firmato l'appello sottoscritto da 46 economisti, il cui testo ripubblichiamo qui di seguito, e immagino che così avrebbero fatto molti altri colleghi se avessero saputo dell’iniziativa: l’integrità e la competenza di Ignazio Visco sono fuori discussione. Poi chi vive ed opera può commettere errori, specie se le sue azioni sono riconsiderate alla luce del senno di poi e di una valutazione incompleta dei vincoli e delle circostanze in cui si è trovato ad agire: questo vale sia per i politici, sia per gli imprenditori, sia per chi dirige istituzioni dello Stato.

Il presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica – cui come ricorda Renzo Costi spettano la proposta e la nomina del governatore – sapranno valutare alla luce degli interessi del Paese atti di autonomia parlamentare e politica perfettamente legittimi, anche se a mio giudizio inopportuni. Sulle responsabilità della politica e delle istituzioni dello Stato nelle vicende bancarie italiane il Mulino dovrà tornare con lo stile e la ponderazione che gli sono propri. Per ora possiamo solo dire, valutando atti politici come le mozioni parlamentari con un metro politico, che probabilmente si è trattato non di un crimine ma di un errore (C’est plus qu’un crime, c’est une faute, Joseph Fouché).

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In un appello per difendere l’indipendenza della Banca d’Italia 46 economisti

a) chiedono al Presidente della Repubblica e al Presidente del consiglio dei ministri di non assecondare l’irrituale mozione di alcuni gruppi parlamentari orientata a “aprire una nuova fase” in Banca d’Italia che a loro dire si realizzerebbe negando la conferma del Governatore Visco;

b) ritengono che siffatte irrituali richieste siano lesive dei poteri di proposta e di nomina che la legge riserva all’autonomia del Presidente Consiglio e del Presidente della Repubblica;

c) valutano pericoloso il tentativo di politicizzare le nomine ai vertici di una istituzione la cui indipendenza tecnica e operativa, garantita anche dall’appartenenza al Sistema delle banche centrali europee, è indispensabile all’esercizio della vigilanza sul sistema bancario italiano e alla partecipazione della Banca d’Italia alle decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea; ritengono che la mozione approvata dalla Camera produca un pericoloso, ingiustificato e inutile danno alla reputazione internazionale della Banca d’Italia e dell’intero paese;

d) reputano quantomeno infondata, sul piano fattuale e di teoria economica, l’opinione di chi cerca di attribuire ogni responsabilità alla Banca d’Italia per la mala gestione e il fallimento di alcuni istituti di credito.

 

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