I giorni previsti erano trentasette e le città da visitare dieci, in Puglia e in Sicilia. Volevano individuare il luogo dove trasferirsi per qualche anno, partendo dagli Stati Uniti.

Monopoli non era nella lista, ma una sosta per una colazione veloce cambiò i loro piani: da un anno e mezzo Pamela Hasterok e il marito vivono infatti in questa cittadina pugliese. A determinare la loro scelta non è stata solo la bellezza del luogo, o il buon cibo e i prezzi decisamente convenienti, ma la gentilezza degli abitanti. Entrambi conoscono bene il nostro Paese, avendolo percorso in lungo e in largo, ma in nessun altro luogo d’Italia sostengono di avere mai trovato persone altrettanto gentili. Il carattere dei monopolitani è stato dunque decisivo e ha fatto preferire loro Monopoli ad altre città, come Lecce, Siracusa o Trapani.

La gentilezza rientra certamente tra i piaceri più grandi che gli uomini possono ricavare dalle relazioni umane e vivere tra gente ospitale costituisce un importante valore aggiunto nella scelta di un luogo dove andare a vivere, anche solo per qualche anno. Chi studia le buone maniere sa bene che la gentilezza ha due aspetti: può essere il prodotto di una buona educazione o il frutto di un carattere accogliente, generoso, altruista. Possiamo sostenere che a Monopoli l’educazione sia migliore che altrove? Certamente no, anche se non mancano buone scuole e famiglie che coltivano le buone maniere. Una possibile spiegazione di questa maggiore disponibilità va cercata altrove, forse nel fatto che i monopolitani amano la campagna. Questo surplus di gentilezza può avere qualche legame con il fatto che questa è una città dalle «mille contrade», circondata da una campagna urbanizzata, e che sono in tanti a vivere fuori delle «mura urbane».

Chi ha lavorato al nuovo piano paesaggistico territoriale regionale e individuato le regioni geografiche pugliesi, dedicando la giusta attenzione ai caratteri socio-economici e culturali, e non solo ambientali, dei luoghi, descrive in proposito un territorio che chiama Murgia dei trulli. Un territorio dove accanto alle città – di dimensioni non grandi e che tendono a fare sistema – esiste una significativa dispersione insediativa nelle campagne, fatta di contrade e di masserie, oltre che di case diffuse nei campi e lungo i mille sentieri. Monopoli è non solo parte di questo territorio, ma ne è addirittura – e da sempre – il «centro animatore».

>> La Murgia dei Trulli: i principali dati socio-demografici (Bari, Brindisi / Taranto)

Vivere in campagna cambia le relazioni tra le persone, le costringe a investire maggiormente nelle relazioni fiduciarie. Ma «la gentilezza è sempre un azzardo». Chi vive in città può forse farne a meno, ma chi vive solo o con la propria famiglia in campagna di certo non può fare a meno dei vicini. Soprattutto in questi luoghi, la qualità della vita dipende dalle relazioni che abbiamo con chi abita intorno a noi. La gentilezza in città può avere meno spessore, essere soprattutto affabilità e buona educazione. La gentilezza in campagna richiede la disponibilità a darsi una mano gli uni con gli altri, si alimenta di gesti concreti e di doni in una misura che in città di solito non è prevista. Forse quello che ha colpito i nostri due americani è proprio questo: il carattere non formale della gentilezza dei monopolitani. Una cosa questa che è, come si è detto, propria di chi conosce che cosa significa lo stare in campagna in termini di esperienza e di valori. Si è iniziato parlando di Monopoli e del suo rapporto con le contrade, ma in realtà ci si sta riferendo a tutto il territorio Murgia dei trulli e quindi anche alle altre città e ai sistemi di città che uniscono questi centri, cominciando da quello che unisce Cisternino con Ostuni, Ceglie Messapico e Martina Franca e di quello che lega Castellana con Putignano e Noci.Vi sono molti segnali che dicono che alta è la disponibilità a mettere in rete risorse ed energie, da parte sia dei singoli sia delle istituzioni locali. Impressionante davvero è il numero di protocolli che sono stati siglati tra enti pubblici e imprese per costruire piani, sviluppare azioni o creare imprese (da ultimo si segnala la costituzione di un Ecomuseo della Valle). Anche le imprese e le loro organizzazioni sono sempre pronte a organizzare consorzi ed eventi, come l’organizzazione o la partecipazione a fiere, anche internazionali, per mostrare e far gustare i prodotti locali, a cominciare dalle ciliegie per arrivare ai formaggi e ai salumi, come il capocollo di Martina Franca, e naturalmente ai vini. Se poi guardiamo all’associazionismo non profit, sono davvero tante le associazioni che svolgono attività che vivacizzano la vita sociale di questi luoghi, a partire dalle tante attività culturali e musicali che si svolgono in estate nelle piazze e nei centri urbani. Tra questi non mancano Festival ed eventi di qualità, a cominciare dal Festival della Valle D’Itria di Martina Franca o del Locus Festival di Locorotondo. Va infatti segnalato che la presenza di un Conservatorio musicale a Monopoli conta, come conta il buon lavoro di diffusione della cultura teatrale e musicale che da molti anni viene svolto dalla Fondazione Paolo Grassi Onlus di Martina Franca.

Vi sono state certamente condizioni strutturali favorevoli negli ultimi anni, come la intensificarsi dei voli aerei, e in particolare low cost, o il rafforzarsi di una domanda di turismo attenta alla qualità della vita e alla sostenibilità ambientale; ma poi il resto, come sempre, è dipeso dalla gente del luogo e dalle politiche definite e portate avanti. In questo caso si è stati capaci di mantenere e di mettere a valore i propri patrimoni, sia naturali sia culturali. In questo territorio abita non solo gente gentile, ma anche operosa, come lo sono quelli che vivono in campagna, essendo proprietari della casa e del campo. Si tratta dei discendenti di quello che Tommaso Fiore definì come un «popolo di formiche», gente desiderosa di lavorare e di produrre per sé. Capace anche di mettere in discussione un patrimonio e una cultura, quella del vino, quando questa entra in crisi. Come raccontano gli storici economici, la superficie dedicata a vigneto fu dimezzata in un periodo relativamente breve per fare spazio a nuove attività agricole e non. Oggi, tuttavia, si è tornati a produrre vino di qualità, mettendo in produzione in purezza vitigni poco coltivati e considerati minori, come il minutolo, il marchione o il maruggio. Ma negli ultimi anni è stata anche avviata la produzione di birre artigiani non banali, come quelle del birrificio Villanova di Triggianello, capaci di entrare nel mercato nazionale ed estero. A scorrere questo territorio si incontrano molte imprese, essendo i tassi di imprenditorialità di questi territori superiori a quelli medi regionali e numerosi gli esempi di imprese sorprendenti. Dal pastaio di Castellana Donato Sabatelli, che affianca ai piatti pronti e alle paste surgelate l’attività di catering per compagnie aeree che operano su rotte internazionali, all’azienza Master del settore metalmeccanico, che riesce a far tornare in Puglia risorse lavorative con alto livello professionale, alle tante imprese innovative che esistono lungo la direttrice Putignano-Turi-Noci, in particolare attive nei settori della carta e dell’edilizia. Senza trascurare quelle del tessile e dell’abbigliamento, che hanno il loro centro a Martina Franca, e naturalmente le imprese di Monopoli: i vivai Capitanio, specializzati in piante mediterranee, o l’azienda agricola dei fratelli La Pietra, con serre capaci di coltivazioni fuori suolo e di produzioni controllate e certificate. Senza dimenticare ovviamente il Mermec Group, un gruppo leader mondiale specializzato nella fornitura di soluzioni integrate per la diagnostica e la gestione d’infrastrutture ferroviarie e tranviarie. E si dovrebbe continuare.

Ma forse è sufficiente per mostrare come – entrando a Monopoli – i due americani si sono imbattuti non solo in gente gentile, ma con una forma mentis particolare. Questa ha determinato tante cose, una gentilezza meno banale, ma anche un assetto insediativo e un «bernoccolo produttivo» specifico, per riprendere una categoria cara a Giacomo Becattini. Naturalmente le difficoltà non mancano e sono segnalate in molte delle analisi in circolazione, cominciando dal piano paesaggistico ambientale, e tuttavia per il momento il modello tiene e gli stranieri continuano a fare investimenti nelle città e nelle campagne. Agli inglesi (che sono in parte in ritirata) si sono aggiunti altri europei, americani e russi. 

 

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