Quanto spazio concedono alla libertà dell’interprete un testo sacro come una sonata di Beethoven o un articolo della Costituzione? Nella musica così come nel diritto, di fronte a una legge o a una suite di Bach, l’interprete si muove sempre in una delicata zona di confine che si situa tra l’eseguire e il creare. Dall’anelito alla perfezione alla deriva dei virtuosismi, dal gusto dell’improvvisazione alla necessità dell’innovazione, il compito più alto, e arduo, dell’interprete è quello di farsi tramite fra passato e futuro.

Sabato 3 dicembre al Museo Archeologico di Napoli, alle ore 17, nell’ambito del ciclo di incontri Fuoriclassico. La contemporaneità ambigua dell’antico organizzato dalle Associazioni culturali Astrea e AvocealtaMario Brunello Gustavo Zagrebelsky presentano il loro volume Interpretare (Il Mulino, 2016).