A breve verrà eletto il nuovo presidente degli Stati Uniti, il Paese tuttora egemone. Gli elettori sceglieranno, anche per noi, tra un abile e spudorato demagogo e una rappresentate dell’élite politica tradizionale, con non poche cicatrici sulla sua dura scorza. In questo numero parliamo di Stati Uniti con un bilancio della presidenza Obama, che già in molti rimpiangono. Tiziano Bonazzi descrive la frattura politica che attraversa il Paese, frutto della marginalizzazione della middle class provocata dallo stesso successo della globalizzazione; Moreno Bertoldi presenta una accurata valutazione delle politiche economiche di Obama; Mario Del Pero discute la politica estera, un ambito cruciale e di dubbio successo per una potenza egemone. Le analisi di Raffaella Baritono, sull’interpretazione di Michelle Obama del ruolo crescente della first ladyship, di Stefano Luconi sull’immigrazione, di Federico Toth sulla riforma sanitaria, di Elisabetta Vezzosi sulla permanenza del tema antico e divisivo della razza, di Arnaldo Testi sui gun rights danno un’idea viva di un grande Paese, così diverso, vitale e contraddittorio, ma anche così simile nei suoi problemi di fondo alla vecchia Europa.