L’arte racconta la vita meglio dei documenti: chi l’ha detto, potrebbe essere stato Hegel, aveva ragione. Oggi più che mai, a me pare, le rappresentazioni di tipo artistico dei fatti (e dei mali) del mondo dicono molto di più di quanto riesca a fare la ricerca, sempre più specialistica, sempre più di nicchia.
A rischio di destare una sommossa tra i miei amici storici, credo di poter dire che la narrazione delle vicende che hanno segnato gli ultimi cent’anni non faccia eccezione.

Alle nuove generazioni, sempre più imbrigliate nelle logiche tutt’altro che imperscrutabili dei social networks e della costante e indispensabile connessione con il mondo, con il “nostro” piccolo mondo, fatto di amici, conoscenti, finti amici e pseudo-conoscenti, che cosa può dire una ponderosa ricerca, densa di note e richiami a lavori precedenti sullo stesso tema, dedicata, ad esempio, alle stragi naziste perpetrate in Italia dopo l’8 settembre 1943?
Ma per fortuna ci sono le eccezioni. Ed ecco allora pronto a smontare la regola un libro ponderoso e serissimo, frutto della più rigorosa ricerca storica. È Il massacro, di Luca Baldissara e Paolo Pezzino, sottotitolo esplicativo Guerra ai civili a Monte Sole. Lo ha pubblicato il Mulino, e alla faccia dell’understatement ci piace parlarne, e parlarne bene. Che di eccezione si tratti rispetto alla regola sopra enunciata non c’è dubbio alcuno, ma ciò si deve forse proprio all’impianto narrativo e alla gran mole di testimonianze riportate nel testo.
Al libro di due storici autorevoli e ormai esperti della triste e drammatica materia delle stragi naziste (tra l’altro, a Pezzino si devono, sempre per il Mulino, tanto Anatomia di un massacro, 1997, quanto Sant'Anna di Stazzema, 2009) si affianca ora L’uomo che verrà, film a tutti gli effetti, e in questo caso più che mai arte, a firma di Giorgio Diritti (la cui sensibilità artistica si era già potuta apprezzare nella precedente opera, Il vento fa il suo giro, 2007). Il film racconta dell’eccidio di Monte Sole, e lo fa con l’aiuto della gente della montagna bolognese, che vista sullo schermo sembra quasi la stessa che popolava quelle terre allora. Com’è noto, tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, intorno a Monte Sole, nell’Appennino bolognese, le truppe tedesche compirono il più grande massacro di popolazione civile perpetrato sul fronte occidentale durante la seconda guerra mondiale, noto come “strage di Marzabotto”. Quasi ottocento persone furono uccise in oltre cento diverse località distribuite sul territorio.
In concorso al Festival internazionale del Film di Roma, L’uomo che verrà viene presentato in questi giorni. Compatibilmente con le rigide leggi che regolano la distribuzione nelle sale, speriamo si possa vedere presto anche nei nostri cinema.

[L'uomo che verrà: il trailer del film]