"Il carattere della piccola impresa è costitutivamente pre-economico, sociale, antropologico. Più che un attore economico, essa è un testimone vivente del passato agrario e della mobilità sociale ascendente delle classi non agiate della società.{C} Si fonda sulla persona e quindi sulla fiducia, sulla inesauribile flessibilità di cui persone e famiglie sono capaci pur tra mille errori.."

Non antitetica, ma complementare e sinergica rispetto al big business, nel nostro paese la piccola impresa è stata il veicolo dell’affermazione sociale delle classi subalterne, rappresentando un inesauribile serbatoio di imprenditorialità e forza creatrice. La sua crisi attuale è specchio della crisi di un intero sistema sociale prima che economico. Ma la piccola impresa italiana può risorgere, trasformata e rafforzata, a patto che il sistema sociale sappia sostenerla rifondando l’economia sulla persona e sulla famiglia.

Giulio Sapelli insegna Storia economica ed Economia politica nell’Università Statale di Milano. Tra le sue pubblicazioni: La crisi economica mondiale (Bollati Boringhieri, 2008), Diario sudamericano e L’universo di Monti, edite nel 2012 da Guerini e Ass., oltre a Storia economica dell’Italia contemporanea (2008), La democrazia trasformata (2010), Un racconto apocalittico (2011), edite da Bruno Mondadori. È editorialista del "Corriere della Sera".

Elogio della piccola impresa, Collana "Contemporanea", Il Mulino, 2013, pp. 120