Oltre che contribuire a sollevare il peso di antiche miserie, il sentimento della compassione può essere investito in opere di cultura e cura, attuali e diverse? Che forme può prendere oggi la partecipazione all’umana sofferenza?

Compassione: condividere la passione, misericordia, cordialità per i miseri. Dalla tarda latinità attraverso il medioevo cristiano, seguendo i percorsi della religiosità evangelica e laica, della benevolenza e della filantropia, le compassionevoli opere di misericordia – enunciate nel Vangelo di Matteo – sono giunte fino ai nostri giorni. Oggi il contesto sociale è profondamente mutato e il senso di quelle categorie morali può tradursi in comportamenti nuovi e «rovesciati» rispetto alle opere contemplate dall’etica caritativa della tradizione cristiana: così il dar da mangiare agli affamati può ribaltarsi nell’esigenza di sottoalimentare gli obesi, l’alloggiare i pellegrini nel non respingere gli immigrati, o il visitare gli ammalati può problematizzarsi nel coltivare il dialogo con i pazienti.

Giorgio Cosmacini medico, storico, filosofo della medicina, è docente nell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Fra le sue pubblicazioni: «La religiosità della medicina» (2007), «Prima lezione di medicina» (2009), «Guerra e medicina» (2011), edite da Laterza, e «Testamento biologico» (Il Mulino, 2010).

 

Compassione. Le opere di misericordia ieri e oggi, Collana "Intersezioni", Il Mulino, 2012, pp. 128.