In Italia più che in altri paesi, agosto è il mese delle vacanze; si obbedisce a un vero e proprio rituale che ha inizio con le grandi migrazioni sulle strade, negli aeroporti e nelle stazioni e prosegue  con  pratiche sociali ben codificate: il riposo, lo sport, il divertimento, le feste, le visite culturali, le degustazioni gastronomiche o, in qualche caso, la meditazione, la riflessione, il lavoro solitario. Dopo tre o quattro settimane, viene poi il tempo delle grandi migrazioni di ritorno.

Malgrado le evoluzioni recenti, l'Italia offre ancora oggi una versione quasi caricaturale di questo periodo di vacanza, con le spiagge sovraffollate dove si esibiscono corpi nudi e abbronzati, le sue città abbandonate dagli abitanti ma invase dai turisti stranieri, le fabbriche chiuse. Che cosa rappresenterà quest'anno l'interruzione estiva? Quanti italiani non partiranno per mancanza di soldi? Quanti stranieri rinunceranno a visitare la penisola, che ormai da molto tempo non è più la prima meta turistica mondiale? La crisi colpirà anche questo settore? Ovviamente è ancora troppo presto per dare una risposta a queste domande. In compenso l'inizio di questo periodo autorizza a fare un piccolo bilancio prima della “tregua” estiva.
Un anno dopo il suo ritorno al potere, Silvio Berlusconi rimane saldamente alla guida del paese, mentre altri capi di stato e di governo si trovano nella tempesta (Brown) o nell'incertezza (Zapatero e Sarkozy). Eppure il presidente del Consiglio ha attraversato e attraversa ancora adesso una zona di forti turbolenze, con tutte le rivelazioni sulla sua vita privata. Rifiutando di rispondere su questo argomento alle domande che la stampa può e deve fare a un capo di governo in una società democratica, Berlusconi è rimasto in piedi a sfidare la tempesta. Ma ha perso il sostegno degli elettori cattolici praticanti. La sua capacità di mediazione si è indebolita, il suo leggendario dinamismo ha perso smalto e la sua credibilità personale si è ridotta. Tuttavia egli gode ancora di una popolarità che, anche se un po' appannata, farebbe gola a molti dei suoi colleghi europei. In occasione del G8 dell'Aquila è riuscito ad apparire uno statista come tutti gli altri. E, soprattutto, nessuno nel suo schieramento si è deciso a porgli qualche domanda imbarazzante o a rimettere in discussione la sua autorità. Berlusconi è il leader del centrodestra, anche se questo è il presupposto che gli impone di soddisfare sempre di più l’alleato leghista. Il Cavaliere approfitta della crisi del Pd, invischiato in dibattiti e rivalità interne, che apre uno spazio all'Italia del valori e all'Udc.
Al ritorno dalle vacanze gli italiani che credono in Berlusconi, almeno quando spiega che la crisi è dovuta solo al pessimismo della sinistra e degli organismi internazionali, rischiano di rimanere delusi. Difficile dire quali potranno essere le conseguenze politiche, sul premier e sulla vita pubblica italiana nel suo complesso.

Traduzione di Andrea De Ritis