Dieci anni di amministrazione di Roberto Reggi, vincitore a sorpresa nel 2002 e oggi considerato uno dei migliori sindaci della città nel dopoguerra. L’amministrazione Reggi ha determinato una trasformazione profonda: viabilità, ricerca e innovazione, smart city, servizi sociali, investimenti pubblici. Queste le keywords della giunta uscente.

Piacenza si è trasformata in questi anni anche in città della conoscenza, con il rafforzamento del polo universitario (Università cattolica e Politecnico di Milano), la nascita del Tecnopolo della meccanica avanzata e dell’energia, lo sviluppo della corporate university di Credit Agricole-Cariparma e, in sintesi, un sistema che oggi può contare su circa mille addetti che si occupano di ricerca e formazione avanzata in università, centri di ricerca e imprese. La Città della musica intorno alla nuova Sala dei Teatini e il parco enogastronomico, di prossima apertura, promosso da Eataly sono i due risultati più importanti degli ultimi anni nella direzione del rafforzamento della qualità urbana. Infine, il livello degli investimenti pubblici mantenuto elevato anche grazie a operazioni di partnership pubblico-privato, come la costruzione del parcheggio della Cavallerizza e il prossimo Palazzo Uffici comunali, al centro di numerose polemiche.

In conclusione di mandato, la giunta Reggi ha definito i contenuti del nuovo Piano strutturale comunale che ha definito lo sviluppo della città nei prossimi anni con decisioni coraggiose come quella di fermare l’uso del suolo fuori dalla tangenziale, privilegiando la difesa delle aree agricole e puntando sulla riqualificazione urbana, in un territorio caratterizzato negli ultimi anni dalla eccessiva crescita della logistica.

Le aree militari del centro storico, dall’Arsenale con i suoi settecento addetti al Genio pontieri che, a fronte di un ridimensionamento degli spazi occupati, stanno per essere messe in vendita dalla Difesa, e le aree demaniali in corso di trasferimento dallo Stato al Comune costituiscono lo spazio dello sviluppo futuro lungo tre linee possibili: il verde (area della Pertite), il residenziale di qualità (in attesa che il mercato “smaltisca” le diverse migliaia di appartamenti invenduti nelle aree di nuova espansione) e le attività produttive legate alla cultura e alla conoscenza.

Il candidato del centrosinistra Paolo Dosi si è lanciato nella campagna elettorale forte dei risultati dell’amministrazione uscente, puntando sull’idea che si possa fare ancora un lavoro importante («Gli anni migliori sono davanti a noi» il suo slogan) diretto a rafforzare l’esperienza di una città che cresce nella qualità urbana, nella qualità economica e nella qualità sociale. Andrea Paparo per il Pdl e Massimo Polledri per la Lega Nord sono i due avversari più importanti. Questi ultimi puntano sul tema della rivitalizzazione del centro storico come punto debole dell’amministrazione uscente. La creazione di ampie zone a traffico limitato avrebbe determinato una contrazione dell’attività commerciale nel centro storico. Da sinistra, la critica principale riguarda l’eccessivo sprawling urbano che avrebbe sganciato la città dal suo centro storico, rendendo necessario un eccessivo ampliamento dei servizi.

Un confronto vivace ma civile, per una città che è abituata a crescere in silenzio.