Nel febbraio del 1945 si consumava ad opera di un commando di Gap comunisti l’eccidio di 20 partigiani delle formazioni «Osoppo» stanziate sul confine orientale: si trattò del più grave e sanguinoso scontro interno alla Resistenza italiana. Nei decenni successivi le responsabilità morali e materiali dell’eccidio sono state al centro di un infuocato dibattito politico e storiografico, soprattutto per quanto riguarda il ruolo del Partito comunista italiano e i suoi rapporti con la Resistenza jugoslava. Negli ultimi anni il tema è tornato nuovamente al centro dell’attenzione anche in seguito alla proposta di attribuire lo status di monumento nazionale delle Malghe di Porzûs, dove avvenne la strage. L’intento di questo volume è duplice: da una parte fare il punto sulle più recenti acquisizioni della storiografia sull’eccidio e più in generale sul tema degli scontri interni alla Resistenza italiana, con particolare riferimento alla zona del confine orientale; dall’altra riflettere sulle categorie fin qui utilizzate per analizzare la storia della Resistenza italiana, e sul rapporto tra antifascismo, anticomunismo e democrazia. Contributi di Elena Aga-Rossi, Patrick Karlsen, Orietta Moscarda Oblak, Paolo Pezzino, Tommaso Piffer, Raoul Pupo.

 

Tommaso Piffer è assegnista di ricerca di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano. Ha pubblicato "Il banchiere della Resistenza" (Mondadori 2005), "Gli alleati e la Resistenza italiana" (Il Mulino 2009) e "Società totalitarie e transizione alla democrazia. Saggi in memoria di Victor Zaslavsky" (Il Mulino 2011, a cura di e con Vladislav Zubok). Attualmente è "Visiting Scholar" presso il Center for European Studies di Harvard.

 

 

Porzûs. Violenza e Resistenza sul confine orientale, Collana "Percorsi", Il Mulino, 2012, pp. 168