Il 14 luglio 1938 veniva pubblicato su un quotidiano di Roma un manifesto firmato da alcuni scienziati; in esso si proclamava la necessità di un razzismo italiano e si definivano gli ebrei come non appartenenti alla razza italiana. Quel manifesto segna l'avvio ufficiale di una campagna antisemita che il regime fascista aveva in realtà cominciato a impostare da mesi e che di lì a poco troverà il suo sbocco nelle leggi razziali che sanciranno la discriminazione e la persecuzione degli ebrei. Con grande chiarezza e vigore espositivo, questo libro racconta come e perché il fascismo arrivò all'antisemitismo di stato, come fu orchestrata la propaganda e come fu realizzata la persecuzione dal 1938 fino al tragico epilogo della deportazione a opera dei tedeschi. L'autrice si concentra soprattutto sulla forte rottura costituita dall'improvvisa priorità assegnata alla politica antisemita e ne individua l'origine nella necessità per il regime di tenere il paese in stato di mobilitazione permanente. Una svolta su cui pesa la suggestione del modello nazionalsocialista.

 

Marie-Anne Matard-Bonucci insegna Storia contemporanea all'Università di Grenoble II. Fa parte del Centre d'Histoire de Sciences-Po a Parigi. Ha pubblicato "Histoire de la mafia" (1994) e ha curato i volumi "La démocratie en Europe occidentale et aux Etats Unis" (2000), "L'homme nouveau dans l'Europe fasciste (1848-1945)" (con P. Milza, 2004) e "Antisémythes: l'image des juifs entre culture et politique (1848-1939)" (2005).

 

Collana "Biblioteca storica", Bologna, Il Mulino, 2008, pp. 536, € 29,00