Fatta l’Italia, bisognava «fare gli ebrei italiani», ovvero cercare di capire cosa potesse significare essere ebrei e italiani dopo l’emancipazione e l’Unità, che avevano alterato in maniera sostanziale gli orizzonti politici e giuridici, ma anche simbolici ed emotivi entro i quali le due identità, l’ebraica e l’italiana, erano vissute per secoli. Attingendo a una grande varietà di testi prodotti da rabbini, maestri di scuola, dirigenti delle comunità, avvocati e intellettuali ebrei alle prese con queste nuove sfide, il libro approfondisce temi come integrazione, famiglia, nazione, religione, sionismo là dove si intrecciano con le diverse (e in genere non positive) rappresentazioni dell’ebreo circolanti nella cultura dell’epoca. Un contributo originale e innovativo, non solo per la storia dell’ebraismo italiano, ma anche per quella delle idee di nazione, cittadinanza e appartenenza.

 

Carlotta Ferrara degli Uberti è dottore di ricerca in Storia. Collabora con la Scuola Normale Superiore, l’Università di Pisa, l’IHMC (CNRS/ENS) e la Fondazione CDEC.

 

Collana "Studi e Ricerche", Bologna, Il Mulino, 2011, pp. 272, € 25,00