«Il Mulino» ha tanti anni sulle spalle. Eppure non si tratta di un peso, bensì di un tesoro: di esperienze, competenze e riflessioni. Messo insieme dalle persone che hanno accompagnato la rivista nell'arco di questo lungo periodo. Oggi rispondiamo al tempo che è dietro di noi e a quello che ci scorre davanti raddoppiando la posta: oltre a una rivista profondamente rinnovata nella sua forma e nelle sue rubriche, ma sempre abbarbicata alle nostre poche ma saldissime convinzioni di rispetto delle diversità e di passione per il confronto, di spirito analitico e critico e di speranza di un tempo più libero e più giusto qui e nel mondo, inauguriamo questo sito web.

La cadenza trimestrale della rivista cartacea lascia il tempo della riflessione e dell’approfondimento, il sito offre l’opportunità del commento e dell’intervento in presa diretta. E soprattutto consente di aprire un rapido canale di comunicazione con i lettori. Dalla rivista sceglieremo di volta in volta un articolo significativo da mettere in rete aprendolo ai commenti, come tutti gli altri contenuti pubblicati online; e, in aggiunta a questo, riprenderemo alcuni brevi box pubblicati nel numero in corso. Ma www.rivistailmulino.it vivrà anche di vita autonoma. Tutte le settimane si aprirà con una nota legata all'attualità. A questo si aggiungeranno via via le «lettere internazionali» provenienti da una fitta rete di collaboratori: una sorta di finestra sempre aperta sui fatti e sulle vicende del mondo. Certo, «il Mulino» è stato spesso descritto con una immagine un po’ polverosa, una sorta di antico «pensatoio». Non vogliamo rifiutare quella definizione, anzi, ma essa richiede alcune precisazioni importanti. Innanzitutto, anche se la nostra sede è a Bologna, tutto si può dire ma non che il Mulino sia provinciale, e per capirlo basta dare uno sguardo all’elenco degli autori e dei collaboratori, tanto della rivista quanto della casa editrice. «I piedi a Bologna ma la testa nel mondo», per citare un vecchio adagio che circolava ai tempi della fondazione. Ma, soprattutto, ci piace ricordare come il pensiero, la riflessione, la discussione, attività che pratichiamo e che rivendichiamo, non si devono arrampicare sui massimi sistemi. Al contrario, devono entrare nel vivo del dibattito culturale e politico, con la passione che infiamma chi crede nel progresso attraverso la cultura, vale a dire nella diffusione dei valori della democrazia liberale e della giustizia sociale, della politica non consociativa, del confronto e non dello scontro, del dialogo e non delle grida, del merito e non della clientela o della parentela, della conoscenza e non delle conoscenze.
Per finire, ricordiamo chi ha fatto la storia del Mulino, sulle cui spalle noi nani cercheremo di continuare l’opera: come spinelliani Ulisse non approdati alla terra promessa punteremo come sempre la barra sull’Europa; e come matteucciani Tocqueville andremo ancora alla ricerca degli spazi di libertà da difendere e conquistare in un mondo in trasformazione come il nostro.

Mossi da queste smisurate ambizioni, al tempo lungo della rivista «di politica e di cultura» affianchiamo, convinti tanto dell’importanza della carta stampata quanto della forza dei nuovi media, il tempo corto della rete.