Il lockdown e i vincoli che persistono nelle fasi successive hanno aguzzato il nostro ingegno trasportando anche i meno avvezzi all'uso di Internet nel mondo della Rete. Abbiamo trascorso e continuiamo a trascorrere ore e ore davanti a uno schermo:
All’inizio di febbraio il presidente dell’Anica, Francesco Rutelli, ha concesso un’intervista a “Milano Finanza” sullo stato e le prospettive del comparto cinematografico. Rileggerla oggi fa impressione: i timidi segnali di ripresa della produzione italiana nel 2019 autorizzavano a prevedere un anno di assestamento
Nessuno di noi – virologi, medici, scienziati, giornalisti, politici, psicoanalisti, gente comune – ha capito davvero e profondamente questo virus. Però tutti ne parliamo. Lo facciamo perché ne abbiamo bisogno, proprio perché il soggetto di cui ci occupiamo è in gran parte ignoto
Pensavo fosse clausura, invece era un’orgia. Dietro le mura dei conventi domestici in cui il virus ci ha rinchiusi non abbiamo vissuto settimane di astinenza e castità culturale. Ci ha raggiunto, nell’isolamento, l’imprevisto ma travolgente assalto di un seduttore immateriale
«Ti voglio molto molto tanto bene». Ecco il messaggio vocale che mi ha lasciato per settanta giorni di seguito Princesse, una bambina ivoriana di sei anni. Durante il lockdown, a Milano, sentivi solo silenzio e sirene di ambulanze