Preceduto da un crescendo di polemiche fra tradizionalisti e innovatori, è andato in onda su Rai2 il reality “Monte Bianco. Sfida verticale”. Un gioco a squadre, anzi a coppie, che attraverso il superamento di prove consentirà alla squadra vincitrice di salire sulla vetta del Bianco (m. 4810). Le prime due puntate trasmesse permettono qualche considerazione su come il mezzo televisivo elabora, costruisce e veicola un’immagine dell’alta montagna.
A distanza di giorni dai tragici eventi di Parigi e con l’eco ancora presente di voci, immagini e storie colme di terrore e stupore, individuare il ruolo giocato dai social media in un contesto così drammatico e in rapida evoluzione implicherebbe l’avvio di una riflessione seria
È venuto il tempo della guerra, pare, ma è venuto anche il tempo della parresia. Del dire la verità. Michel Foucault, nella prolusione di apertura dei suoi corsi al Collège de France nel 1970, come sempre avanzava un’idea geniale ma, come al solito, non arrivava a trarne tutte le conseguenze.
Il ministero dei Beni culturali (Mibact) ha da pochi giorni chiuso il bando per il “conseguimento della qualifica professionale di restauratore e collaboratore restauratore di beni culturali”. Un bando che, se doveva finalmente distinguere tra chi è restauratore e chi no, ha completamente fallito il proprio scopo
Il 2 novembre di quarant'anni fa Pier Paolo Pasolini veniva ucciso all'idroscalo di Ostia. Moltissime le iniziative per ricordarlo, tra l'approfondimento, l'agiografia, le ricostruzioni degli scenari possibili per la sua fine così atroce.
Riproporre Pasolini non è facile: la sua visione politica, spesso sentita e presentata come profezia, va calata nel suo tempo e nel suo vissuto.