Uno strano fenomeno si sta diffondendo in Italia e in diversi Paesi europei. È la renzimania. In Italia, Matteo Renzi, che per un anno o due ha suscitato reazioni contrastate, tra l'approvazione e il rifiuto, ora provoca un entusiasmo ampiamente condiviso nel suo partito, ma anche nei media, nel mondo imprenditoriale e nella classe politica, naturalmente con l'eccezione dei berlusconiani e dei simpatizzanti della Lega Nord. La "moda Renzi" è iniziata dopo la sua vittoria alle primarie del Pd nel 2013 e – superato il disagio dovuto al modo in cui l'ex sindaco di Firenze aveva contribuito a defenestrare Enrico Letta da Palazzo Chigi – si è rafforzata dopo la sua nomina a presidente del Consiglio. Ma, soprattutto, ha trovato conferma con il successo personale raccolto alle elezioni europee: per rendersene conto basta leggere i giornali o ascoltare le conversazioni della gente.
Ho constatato di persona questa generalizzata curiosità nei suoi confronti al recente Festival dell’Economia di Trento. L'annuncio a sorpresa dell'arrivo del presidente del Consiglio ha messo in fibrillazione i presenti. Non bastava darsi da fare per ascoltarlo: bisognava vederlo, sentirlo, toccarlo. Si è così potuto misurare sul campo l'effetto del suo potere carismatico.