Renzi irride, con ragione, alla «santa alleanza» che si è formata contro di lui e che unisce una specie di armata Brancaleone estesa dall’estrema destra all’estrema sinistra, passando anche per il Movimento 5 Stelle, che non si sa bene dove collocare nella geografia tradizionale della politica. Tuttavia, quando si formano questo genere di alleanze qualche ragione ci deve pur essere ed è con questa che ci si deve misurare. Aggiungiamoci che sarebbe il caso di immaginare di contrapporre a un’alleanza una contro-alleanza, perché questa è la logica delle guerre, anche di quelle politiche.
Cerchiamo dunque di capire su che cosa si fonda la compagine trasversale che ha come unico scopo quello di mandare a casa Renzi. Richiama in parte la dicotomia ben nota, quella del pro o contro Berlusconi, che per un ventennio ci ha afflitti senza produrre gran che, in quanto anche allora l’antiberlusconismo metteva insieme un po’ di tutto. Con una differenza con l’oggi, che però non è di poco conto: quella ammucchiata stava tutta dentro il recinto della sinistra. Inclusa quella moderata, che inclinava al centro, ma che sempre sinistra si sentiva.
Oggi il fronte antirenziano mette insieme Salvini e i Cinque Stelle, l’estrema sinistra e Brunetta.