Celebrato, condannato, riesumato o sepolto, spesso il passato è terreno di contesa. Ostaggio oggi come non mai di una memoria che lo rifoggia a discrezione. A una «cattiva memoria» serve una «buona storia».
È urgente imboccare la strada di un futuro più giusto, prendendo di petto il problema dei problemi: le gravi disuguaglianze e il senso di ingiustizia e impotenza che mortificano il Paese.
“Ha ancora senso parlare oggi di progresso? La tecnica e la scienza sono la nostra ragione al lavoro: il prodotto decisivo della nostra storia. Ma adesso sono sottoposte alla più implacabile delle verifiche.”
La Morte nera della metà del XIV secolo, insieme alle sue periodiche ricomparse che durarono fino al XVII secolo in Europa e al XIX secolo in Medio Oriente, fu forse la più nota delle grandi pandemie della storia, ma nient’affatto l’unica.
Usiamo Googlemaps per tutto, anche per spostamenti minimi. I nostri telefoni, per quanto i loro schermi abbiamo ormai superato i sei pollici, possono riportare solo piccole porzioni della strada che dobbiamo percorrere, un pezzetto dopo l’altro.