Il recente scioglimento di cinque consigli comunali calabresi (Lamezia Terme, Cassano allo Jonio, Marina di Gioiosa Jonica, Isola Capo Rizzuto, Petronà) per presunti condizionamenti della criminalità organizzata di tipo mafioso ha provocato la consueta reazione dei sindaci delle amministrazioni locali coinvolte.
A chi segue la campagna elettorale in corso, a chi ascolta le promesse con le quali i concorrenti a cariche di governo cercano di conquistare il voto dei potenziali elettori, è probabile torni alla mente un vecchio sogno, quello di una «epistemocrazia», di un governo dei saggi e dei competenti
Per molti anni, soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino, ci siamo illusi che l’espansione della democrazia fosse irresistibile. Una speranza alimentata da numerosi rapporti di organismi internazionali dedicati a sottolineare come il numero delle nazioni che affidavano il proprio futuro alle sfide elettorali fosse in continuo aumento.
Mentre alle ormai prossime elezioni politiche la grande e rissossima famiglia del centrosinistra italiano rischia un significativo dimagrimento, al suo interno è dato osservare un fenomeno interessante. Che ripropone, grosso modo, quella riarticolazione di cleavages che sta in parte riconfigurando la politica a livello internazionale e nei vari sistemi politici occidentali.
La società del Mezzogiorno, in misura ancora maggiore che nel resto d’Italia e negli altri Paesi europei, è attraversata da preoccupazioni e paure. Sono frutto della lunghissima crisi economica, i cui effetti sono ancora sensibili anche dopo un biennio di ripresa; dell’aggravarsi delle disuguaglianze fra i cittadini, dello “scivolamento verso il basso” delle classi medie, del consolidarsi di aree di sofferenza sociale.