È ormai iniziata l’ultima settimana di campagna elettorale che ci separa dalle cosiddette primarie del Partito democratico (che, com’è stato più volte spiegato su queste pagine, vere primarie non sono). Oggi si terrà l’unico confronto televisivo fra i candidati segretari previsto in questa campagna, e possiamo con certezza sostenere che non sarà certo un evento.
È bastato un ulteriore, anche se non definitivo, passo in avanti verso la chiusura delle intese con Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna per la concessione a tali regioni di ulteriori competenze, per scatenare una nuova ondata di indignazione, paura, reazioni scomposte e provocatorie.
Sul regionalismo differenziato, il dibattito pubblico appare pericolosamente vago se non proprio infedele, le reticenze del ceto politico sono palesi, l’imbarazzo sembra essere un po’ di tutti. Ma questo non capita per caso.
Capeggiati da Gianfranco Viesti, un gruppo di autorevoli studiosi si sta battendo contro quella che è stata denominata la “secessione dei ricchi”. Una battaglia sacrosanta per molti e ben noti motivi: le discriminazioni che il regionalismo differenziato è destinato a suscitare tra due Italie
Dal 1° gennaio 2019 le lavoratrici italiane hanno la facoltà di astenersi dal lavoro esclusivamente dopo il parto. Il comma 485 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 ha ritoccato la regola base dedicata al congedo di maternità per le lavoratrici, consentendo il lavoro durante l’intero periodo della gravidanza