Il Recovery Plan (RP) promosso dall’Unione europea per sostenere la ripresa dell’economia dopo lo choc del Coronavirus è un’opportunità cruciale e forse irripetibile per il nostro Paese.
L’esito grigio e deludente dei – pomposamente chiamati – “Stati generali” del Movimento 5 Stelle induce molti osservatori a intonare il requiem per questa formazione politica e i partiti a porsi il problema della spartizione della sua eredità elettorale.
Possiamo dire ancora una volta, mi pare, che gli italiani danno il meglio di sé solo quando sono con le spalle al muro, mentre non appaiono in grado di agire in modo da anticipare possibili rischi futuri. Quanto è accaduto dal 4 maggio 2020 ad oggi appare come una ulteriore conferma di questa tendenza.
La temuta nuova recrudescenza dell’epidemia di Covid-19 e i prossimi lockdown aumentano i costi economici e sociali della crisi, che colpisce anche un Paese come il nostro, già stremato da decenni di stagnazione. La politica economica ai tempi della pandemia deve affrontare entrambi i problemi
L’incendio è divampato di nuovo, anche da noi. I dati sui decessi, dopo un’estate piena di buone e sole speranze, sono di nuovo esplosi adagiandosi nei giorni scorsi sulla curva esponenziale con raddoppio di circa una settimana. Come ben spiegato in diverse sedi se l’epidemia continuasse così a metà novembre avremo circa 500 vittime al giorno