In questi giorni è stata presentata in Parlamento una proposta di legge “bipartisan” sottoscritta da 218 parlamentari volta a legalizzare la cannabis. Di droga il Parlamento italiano si è occupato spesso, ma questa è la prima volta che lo dovrà fare non per decidere di modificare le sanzioni della legge sulla droga, ma per espungere o meno una data sostanza dalla tabella delle droghe illecite. E dovrà farlo discutendo in ogni suo punto un testo articolato.
La prima delle luci è che la riforma della Publica Amministrazione si farà. Non era affatto scontato. La seconda è che si realizza com’era all’origine, magari con qualche necessario compromesso, ma tenendo ferma l’impostazione iniziale. La quale corrispondeva e corrisponde in molti tratti all’eredità virtuosa del riformismo amministrativo degli ultimi decenni del Novecento, dal progetto Giannini (1980-81) alle politiche di Cassese, poi di Bassanini ecc.
Il corto circuito tra gli annunci sulle intenzioni del governo centrale sulla riforma delle province e la dura realtà delle norme entro le quali devono operare gli amministratori locali è efficacemente esemplificato dal blocco delle assunzioni stagionali per lo svolgimento dei compiti della polizia locale
Da dove può ripartire l’occupazione nel Mezzogiorno? Che cosa si può fare nei prossimi mesi per sostenerla? Non bisogna smettere di porsi queste domande, e di suggerire ipotesi, nonostante il grande disinteresse della politica. E una prima risposta è: dal turismo internazionale; attraverso una forte politica di potenziamento dei collegamenti aerei.
Dietro l’asetticità dei numeri, il nuovo “Bilancio demografico nazionale” dell’Istat disegna, a ben vedere, un quadro potenzialmente preoccupante per il nostro paese, come segnalato da alcuni osservatori (tra cui Neodemos). Comprensibilmente, la stampa e l’opinione pubblica s’interessano prevalentemente di altre cose, più urgenti e in più rapida evoluzione: dalla crisi economica al terrorismo del Califfato, dagli scandali di mafia capitale al possibile fallimento della Grecia e dell’Unione europea.