Non c’è alcun numero magico della composizione di una assemblea rappresentativa. Il rapporto tra cittadini ed eletti varia molto, sia tra le assemblee ai vari livelli amministrativi, sia tra i Parlamenti dei diversi Paesi
Le ragioni che inducono a opporsi al progetto di riduzione del numero dei parlamentari trovano fondamento nella necessità di riaffermare la centralità del Parlamento nella nostra forma di governo.
E tu, che referendario sei? Un conservatore duro e puro della Costituzione-più-bella-del-mondo oppure un accecato riformatore che non vede l’ora di abbattere il mito dell’intangibilità della Carta costituzionale nata dalla Resistenza? Sei un pentito, rimasto scottato dall’esito dell’ultimo referendum del 2016, o un devoto cultore del riformismo costituzionale, disposto a sacrificare un po’ di etica della convinzione per tirare a campare?
Mentre, com’è giusto che sia, ci si divide tra fautori del "sì" e del "no" (anche con curiosi passaggi di campo), può essere utile sfruttare questa occasione per fare, tutti assieme, un piccolo esame di coscienza, per guardarci allo specchio e capire che riformatori siamo o siamo diventati. Soprattutto, per smascherare sacche più o meno ampie di opportunismo istituzionale oppure rendite di (op)posizione da parte di chi cambia opinione a governi alterni.
Per farlo, ho preparato un quiz estivo che si può fare – con mascherina e rigoroso social distancing – anche sotto l’ombrellone. Chiamiamolo, per intenderci, il “gioco dell’estate costituzionale”. Il quiz è semplice e richiede di rispondere a due domande: 1) come hai votato al referendum Renzi-Boschi del 2016?; 2) come voterai al prossimo referendum Grillo-Di Maio sulla riduzione dei parlamentari? Dalla risposta a queste due domande, si ottiene la prima mappa dei tipi da referendum
Autorevoli esponenti di Camera e Senato fanno a gara nel richiedere la possibile istituzione di commissioni speciali, mono o bicamerali, per seguire da vicino il processo di utilizzo dei fondi europei stanziati nell’ambito del programma “Next Generation EU”.
Da un lato, si afferma così un’esigenza sacrosanta, che è quella di assicurare un coinvolgimento non solo, com’è ovvio, del Governo, ma altresì del Parlamento, e quindi dei rappresentanti di tutte le forze politiche
Il Covid-19 ha impartito alcune lezioni sullo Stato sociale, sulle quali riflettere al di là dell’emergenza, che ha visto ovviamente misure intese a tamponare, più o meno efficacemente, i bisogni più diffusi e più urgenti, soprattutto di minime garanzia reddituali.
La prima lezione