Ieri, 14 febbraio, è scaduto il termine ultimo perché i Consigli d’istituto e di circolo delle scuole statali approvassero il bilancio preventivo in pareggio sottostante il Piano dell’offerta formativa.
Siamo tutti convinti che dalla qualità della nostra scuola dipenda il futuro del Paese. Il problema è riuscire a tradurre quei valori in provvedimenti legislativi e amministrativi adeguati, tenendo anche conto della migliore esperienza altrui.
La questione è riemersa in questi giorni
La tendenza di molti studenti a laurearsi ben oltre la durata legale del corso di laurea è uno dei più annosi problemi del sistema universitario nazionale: una peculiarità tanto consolidata da portare addirittura a coniare il neologismo "fuoricorsismo". Sul tema è intervenuto di recente anche il ministro dell’Istruzione e della Ricerca scientifica,
Si è discusso, in queste settimane, di quanto sia difficile far tradurre i saggi italiani all’estero (La Porta, Luzzatto e Firpo sul “Sole 24 ore”) e della possibilità di tenere una parte dei corsi universitari in lingua inglese anche nelle facoltà umanistiche (Gregory e Segre sul “Corriere della Sera”). Le due questioni sono distinte ma la domanda che sta a monte è simile: in che modo comunicare, oggi, il sapere umanistico?
La scelta del corso di laurea cui fare domanda di iscrizione è forse la decisione più importante alla quale sono chiamati i maturandi e le loro famiglie. Ne va delle prospettive di lavoro e dei progetti di vita, implica valutazioni finanziarie circa la sostenibilità per i bilanci familiari