La più antica legge europea sul copyright - lo Statute of Anne – si proponeva di incoraggiare gli “eruditi” a “scrivere e comporre utili libri” riconoscendo loro, contro la stampa, la ristampa e l’edizione non autorizzata, un’esclusiva della durata di 14 anni, ottenibile tramite registrazione e raddoppiabile solo su richiesta dell’autore.
Il termine tedesco Schadenfreude indica la sensazione di piacere che si può provare quando a qualcuno vanno male le cose. Rallegrarsi delle disgrazie altrui, tuttavia, non solo è un sentimento negativo, ma può essere controproducente, giacché in un mondo interconnesso le sciagure altrui finiscono rapidamente per essere anche nostre.
Nel suo recente saggio After Europe, il politologo Ivan Krastev si interroga sulla possibilità che quella che stiamo attraversando sia una fase di «disintegrazione» simile a quella vissuta dall’impero multietnico degli Asburgo o dall’Unione Sovietica.
Il 2018, apertosi in Italia con la vittoria di Movimento 5 Stelle e Lega alle elezioni politiche, in Francia si è chiuso con le proteste dei gilet gialli che, sia pur in modo confuso e a volte contraddittorio, hanno tentato, almeno in un primo momento, di portare avanti rivendicazioni di maggiore giustizia sociale e di uno Stato che torni a proteggere le classi più sfavorite.
Allo stato attuale della cultura prevalente e dei rapporti di forza esistenti, molte delle modifiche desiderabili e indispensabili nell’architettura istituzionale e nelle politiche economiche e sociali dell’Unione europea possono apparire poco realistiche.