La metà della popolazione campana, all’incirca tre milioni di persone su sei, vive nello spazio ricompreso tra Napoli e la sua provincia. Basti questo dato a segnalare la peculiarità di una regione caratterizzata da profonde differenziazioni territoriali interne, con aree dinamiche e altre che sembrano condannate a diventare sempre più marginali.
Arrivando a Pisa da Firenze, dalla strada a grandi corsie detta Fi-Pi-Li, il viaggiatore attento non potrà fare a meno di notare, all’ingresso della città, due alte torri di cemento.
Nove anni dopo la grande crisi del 2008, il Trentino-Alto Adige (e in particolare la provincia di Bolzano) è al primo posto fra le regioni italiane in termini di ricchezza prodotta e di reddito pro capite.
Una città di oltre 670 mila abitanti, fra le cinque maggiori d’Italia, la cui storia nei lunghi decenni della cosiddetta «Prima Repubblica» è fatta di inefficienza nella regolazione pubblica e di debolezza economica. Una storia, quella di Palermo, per molti aspetti simile a quella di altre città del Sud.
Quattro regioni, quattro province, quattro dialetti ma un unico repertorio musicale tradizionale legato al piffero, un oboe popolare con una storia millenaria. Nel territorio montano all’incrocio tra le province di Alessandria, Genova, Piacenza e Pavia incominciano gli Appennini che terminano in Sicilia