Con un valore aggiunto pro capite di 26.516 euro nel 2015 (superiore a quello di Torino), un tasso di disoccupazione «tedesco» (5,3%) e una disoccupazione giovanile (17%) che è meno della metà della media italiana, il Cuneese è la vera sorpresa dell’economia e della società del Nord, in particolare del Nord Ovest.
Contraddistingue Padova – la sua cittadinanza, la sua visione territoriale – una sorta di orgoglio «patavino», non solo per la presenza di una delle più prestigiose università italiane, ma anche per una storia, più antica e più recente, in cui è sembrata essersi risolta la competizione politica, territoriale ed economica con «la dominante», ossia Venezia. Una rivalità persistente ma latente,
A ben vedere, molte delle più comuni raffigurazioni della Calabria e dei calabresi lasciano il tempo che trovano. Perfino il peperoncino, uno degli emblemi contemporanei della «calabresità», è approdato nei piatti degli abitanti della regione relativamente di recente. Ugualmente distoniche rispetto alle narrazioni mainstream sulla Calabria, ma su un tema maledettamente più serio e tragico, sono le considerazioni sulla ‘ndrangheta.
Bari è sola. Da sempre. Senza territori da dirigere, né centri imperiali cui obbedire, se non altro perché lontani. È periferia nella periferia. Non ha radici gloriose da onorare né quarti di nobiltà da difendere. Chi è solo deve, innanzitutto, sbrigarsela da sé, guadagnarsi ogni cosa,
Trieste e il suo porto è il titolo di uno dei documentari sulla storia commerciale e industriale di Trieste che può essere visto su YouTube. Un titolo che si potrebbe trasformare, e avrebbe senz’altro senso, in Trieste è il suo porto. Rifletterebbe bene l’immaginario collettivo che associa gli anni d’oro della città ai tempi in cui il Golfo di Trieste era ricolmo di imbarcazioni, bastimenti, piroscafi.