Bari è sola. Da sempre. Senza territori da dirigere, né centri imperiali cui obbedire, se non altro perché lontani. È periferia nella periferia. Non ha radici gloriose da onorare né quarti di nobiltà da difendere. Chi è solo deve, innanzitutto, sbrigarsela da sé, guadagnarsi ogni cosa,
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Trieste e il suo porto è il titolo di uno dei documentari sulla storia commerciale e industriale di Trieste che può essere visto su YouTube. Un titolo che si potrebbe trasformare, e avrebbe senz’altro senso, in Trieste è il suo porto. Rifletterebbe bene l’immaginario collettivo che associa gli anni d’oro della città ai tempi in cui il Golfo di Trieste era ricolmo di imbarcazioni, bastimenti, piroscafi.
Negli ultimi anni la Basilicata è ritornata al centro dell’interesse nazionale per le attività estrattive di gas e petrolio dell’Eni, ma non solo, considerata anche la presenza di Shell e Total, e per le problematiche ambientali che vi sono connesse,
Città di grande tradizione industriale negli anni del miracolo economico, anzi la prima città industriale – assieme a Milano – tra i capoluoghi di provincia lombardi (e, quindi, italiani) nel 1951, ora Pavia presenta un tasso di industrializzazione inferiore a quello di Sondrio, storicamente il «fanalino di coda» in Lombardia.
Il 6 aprile 2009, alle 3:32, un sisma di magnitudo 6,3 con epicentro a Colle Miruci, comune dell’Aquila, provoca 309 vittime, oltre 1.500 feriti e circa 70.000 sfollati. Ancora oggi, otto anni dopo, è molto facile trovare sulla stampa un incipit simile sulla città dell’Aquila.