L’Eldorado yankee. I 3.169 chilometri che segnano il confine tra Messico e Stati Uniti – nonostante le politiche restrittive, le leggi anti-immigrati (ultima, molto discussa, quella dell’Arizona) [vedi Lettere Internazionali del 23/07/2010], l’ampliamento del muro e la crescente militarizzazione – rappresentano uno dei confini più porosi del globo, sia in entrata sia in uscita.
Il senso della vergogna. Uno spettro si aggira per l’Europa in queste settimane. Più temibile delle rivelazioni di Wikileaks, più minaccioso dell’imbarazzo delle nostre cancellerie nel giustificare i cospicui rapporti politico-economici con gli autoritarismi mediorientali, ora che molti di essi sono stati abbattuti o vivono gravi crisi interne.
Gli incapaci pericolosi. Due domande semplici semplici: che cosa succede quando si personalizza troppo la politica estera? Che cosa avviene quando il leader di un Paese tra i maggiori investitori in Italia fa sparare sul proprio popolo? Succede, inevitabilmente, che l’Italia perde quel poco di credibilità, di appeal e di importanza che le erano rimasti agli occhi dell’Europa, degli Stati Uniti e di tutta la comunità internazionale.
Il secondo tempo dell’Obamacare. “Tutta l’infuocata retorica sulla riforma alla fine si confronterà con i suoi effetti reali”, dichiarò con ottimismo Obama il 23 marzo 2010, firmando la riforma sanitaria. Al contrario, sul "New York Times", il politologo dell’Università del Michigan Brendan Nyhan osservò profeticamente che i miti legati alla legge non sarebbero scomparsi facilmente dalla scena politica americana
Il Colonnello nel deserto. Le informazioni raccolte con difficoltà da chi si trova in queste ore a Tripoli descrivono una situazione esplosiva. L'ordine pubblico non è più assicurato. Gli scontri si moltiplicano. Armi sarebbero state distribuite a mercenari africani nelle strade.