In un'Europa senza identità, incapace di affrontare adeguatamente quella che appare sempre più come una vera e propria crisi di sistema, la conferma o meno di Nicolas Sarkozy all'Eliseo ricopre un'importanza che va ben oltre la Francia.
Alla ricerca del centro. La vigilia del voto non si presenta sotto i migliori auspici per il leader centrista François Bayrou. Senza mai essere veramente riuscito a “decollare” nei sondaggi durante la campagna, è sceso a partire dalla seconda metà di marzo dal 15%
La forza tranquilla. Fino alla scorsa estate, François Hollande sembrava il più improbabile tra i possibili candidati socialisti all'Eliseo. I sondaggi tra i militanti e tra i francesi lo eclissavano, non solo in favore di Dominique Strauss-Kahn ma anche di Martine Aubry,
L'ombra del padre. Quando fece il suo clamoroso ingresso nella politica francese alle elezioni europee del 1984 (10,9% e 10 deputati eletti), il Front National (Fn) si inseriva nella tradizione della destra antirepubblicana, xenofoba e protestataria, ma sfruttava anche
La guardia rossa. Una spina nel fianco di François Hollande e del Parti socialiste (Ps). Così la stampa d’opinione francese ama presentare Jean-Luc Mélenchon, sessant’anni, insegnante e giornalista, candidato alle elezioni presidenziali a capo del Front de gauche (Fdg).