L’intenso ménage familiare del Sovrano celeste. Il 12 novembre si è tenuta a Tokyo la cerimonia commemorativa del ventennale della formale ascesa al trono del Crisantemo dell’imperatore Akihito. Il Primo Ministro Hatoyama Yukio, nell’esprimere le proprie congratulazioni al sovrano e all’imperatrice Michiko, ha ricordato che nelle passate due decadi la coppia imperiale, che ha recentemente festeggiato il cinquantesimo anniversario delle nozze, ha camminato mano nella mano con la popolazione nipponica.Ha citato, tra l’altro, la visita a Niigata scossa dal terremoto nel 2004, quella storica e commovente nel 2005 ai sacrari di guerra a Saipan, dove molti giapponesi morirono gettandosi dalle scogliere, alcuni stretti ai propri figli, per evitare la cattura da parte delle forze statunitensi. Durante la conferenza stampa rilasciata in occasione della cerimonia commemorativa, il sovrano ha dichiarato di essere preoccupato per l’ignoranza dei giapponesi (3 su 4 nati dopo il conflitto) riguardo alla guerra, esprimendo la speranza che un’accurata percezione storica e abitudini di vita pacifiche siano tramandate alle future generazioni.

In base alla Costituzione del dopoguerra, il tennô è "simbolo dello Stato e dell’unità del popolo" e non capo dello Stato, non ha nessun potere di governo e compie atti di natura puramente nominale e cerimoniale, restando politicamente neutrale. Negli ultimi anni, tuttavia, l’imperatore Akihito ha assunto un ruolo di rilievo nelle relazioni internazionali dell’Arcipelago (la cosiddetta "diplomazia imperiale"), collaborando con i suoi numerosi viaggi a ristabilire e rafforzare i legami con le altre nazioni, soprattutto con quelle asiatiche che non hanno dimenticato l’imperialismo giapponese. Le dichiarazioni di rammarico del sovrano per il comportamento bellico nipponico, considerate sia controverse che politicamente sensibili, hanno rotto la pubblica neutralità del trono e sono oggetto di dibattiti antagonistici circa la loro costituzionalità. Ha suscitato pesanti critiche da parte di tutti i partiti, quasi una bufera istituzionale, l’improvviso voltafaccia del governo che, dopo un primo rifiuto motivato dalle precarie condizioni di salute del sovrano settantaseienne, pochi giorni dopo ha accettato che il tennô concedesse un’udienza al Vice Presidente cinese Xi Jinping, il 15 dicembre 2009, violando eccezionalmente il protocollo della Casa imperiale che stabilisce che l’udienza venga richiesta almeno un mese prima. Tale decisione, considerata da molti una manipolazione politica a spese dell’imperatore (che dovrebbe rimanere al di sopra di questioni politico-diplomatiche), sembra sia stata frutto delle pressioni del Segretario generale del Partito Democratico, Ozawa Ichirô, ritenuto il vero detentore del potere nell’Arcipelago. Il Primo Ministro Hatoyama, che sta cercando di costruire rapporti migliori e più cordiali con il grande vicino, pur riconoscendo che la salute del sovrano è una priorità, ha sottolineato l’importanza dell’incontro con l’emergente leader cinese, probabile successore del Presidente Hu Jintao nel 2013.

L’imperatore e la famiglia imperiale sono continuamente soggetti allo sguardo indagatore dei media, particolarmente da quando le norme relative alla successione imperiale sono diventate un problema ed è comparso lo spettro dell’estinzione della dinastia più antica del mondo, dopo l’attesa (otto anni di matrimonio e un aborto) nascita all’erede al trono, nel 2001, di una bambina, la principessina Aiko. La legge della Casa Imperiale, infatti, emanata contestualmente alla Costituzione Meiji nel 1868, e non modificata sotto tale aspetto quando fu emendata assieme alla Costituzione nel 1946, stabilisce che solo maschi discendenti in linea patrilineare possano ascendere al trono, ma dalla nascita del principe Akishino, nel 1965, non nascevano maschi nella famiglia imperiale. La commissione governativa istituita per far fronte a tale grave problema ha presentato nel novembre del 2005 la proposta di modificare la legge della Casa imperiale, stabilendo la successione al trono del primo figlio dell’imperatore, senza riguardo al sesso, per permettere alla principessina Aiko di diventare in futuro il primo monarca donna in Giappone dal XVIII secolo. Ma la nascita, il 6 settembre 2006, di Hisahito, terzo figlio del principe Akishino, ha bloccato la presentazione del progetto, inviso ai tradizionalisti. Il piccolo Hisahito è quindi attualmente al terzo posto nella linea di successione dopo lo zio, principe Naruhito, e il padre, mentre gli altri componenti nella linea di successione sono tutti di età molto avanzata.

Il sovrano ha affrontato il problema del futuro dell’istituzione imperiale in occasione della già citata conferenza stampa, affermando che la questione della successione imperiale deve essere affidata alla Dieta (anche se il Segretario Capo di Gabinetto ha dichiarato che il governo attualmente non sta studiando alcun emendamento della Legge di successione), ma sostenendo che i membri della famiglia imperiale dovrebbero essere coinvolti nel dibattito sul futuro della monarchia e che i punti di vista dei suoi figli, il principe ereditario Naruhito e il principe Akishino, dovrebbero essere tenuti nella debita considerazione, dal momento che essi hanno approfondito, al fianco del nonnno Hirohito e del padre, la consapevolezza delle rispettive responsabilità e hanno sviluppato una ben ponderata opinione sul ruolo ideale dell’imperatore. Le parole del sovrano sono state ribadite dal principe Akishino il 1 dicembre, in occasione della conferenza stampa rilasciata per il suo 44 compleanno. La costante contrazione dei membri della famiglia non è negativa se esaminata dal punto di vista dell’onere sul bilancio nazionale, ha affermato il principe, mentre più problematica appare la questione della successione, che ha già fatto una prima vittima: le pressioni affinchè mettesse al mondo il tanto atteso erede maschio e il non esserci riuscita hanno stremato la principessa ereditaria Masako, che dal novembre del 2003 ha abbandonato i suoi compiti ufficiali per problemi di salute legati allo stress, e da allora appare raramente in pubblico.

Figlia di un ex vice Ministro degli Affari Esteri e rappresentante del Giappone alle Nazioni Unite, Owada Masako è stata, dopo molte esitazioni, la terza donna borghese ad entrare, nel 1993, nella famiglia imperiale, dopo l’attuale imperatrice, al secolo Michiko Shoda, e Kawashima Kiko, sposata nel 1990 dal principe Akishino. Il matrimonio d’amore degli attuali sovrani, nel 1959, fu considerato il simbolo di una nuova famiglia imperiale postbellica e aiutò a risollevare lo spirito di una popolazione che stava ancora riprendendosi riavendosi dalla sconfitta e dalle distruzioni causate dalla guerra; l’arrivo di Masako, intelligente, poliglotta, con una posizione prestigiosa nella carriera diplomatica, fece sperare che la sua esperienza potesse indirizzare la famiglia imperiale verso un nuovo ruolo internazionale, ma è stata annichilita dalla struttura antiquata e soffocante dell’Agenzia della Casa imperiale. Masako, che è divenuta subito il membro della famiglia imperiale più amato dal pubblico, è stata spesso paragonata a Diana, la principessa triste, ma mentre Diana divorziò a 35 anni e riprese in mano la propria vita, Masako, che ne ha 45, fa parte ancora della famiglia imperiale, né sembra probabile che ne esca fuori. La legge della Casa imperiale, non contemplando la possibilità di divorzio, non la esclude, ma la situazione molto delicata rende assai difficile l’adozione di tale soluzione, tanto più che il matrimonio dei due principi può essere definito un matrimonio d’amore.