Con Terenzio Cozzi, scomparso il 24 gennaio scorso, l’intera comunità del Mulino perde un socio e un amico, un uomo che per decenni ha vissuto con piena condivisione il nostro sodalizio.

Terenzio nacque a Portogruaro il 28 aprile del 1939. Si laureò in Economia e commercio all’Università Cattolica di Milano nel 1961, essendo entrato per concorso come studente nel Collegio Universitario «Agostinianum». Ben presto da studente divenne allievo di Siro Lombardini seguendo i suoi corsi di economia politica e laureandosi con lui. Con Lombardini maestro, Terenzio si trasferì all’Università di Torino, dove si svolse tutta la sua vita accademica, salvo lunghi periodi alla Università di Cambridge. Proprio a Cambridge ottenne il Ph.D in Economia con la supervisione di Richard Goodwin, consolidando i suoi rapporti con Luigi Pasinetti, anch’egli allievo di Lombardini e che a Cambridge già aveva una significativa posizione accademica. Con compagni di studi universitari in Cattolica, sia pure in diverse facoltà, tutti allievi e laureati di Siro Lombardini e tutti diventati professori universitari, Terenzio mantenne stretti rapporti di amicizia. Ora Carlo D’Adda, Romano Prodi, Piercarlo Nicola e io stesso lo ricordiamo con tanta stima e affetto.Cozzi divenne professore ordinario in Economia politica ancora giovanissimo. La sua attività scientifica fu continua su temi di sviluppo, di macroeconomia, di teoria del valore e della distribuzione, sui cosiddetti teoremi di Modigliani e Pasinetti, sul ciclo economico

Cozzi divenne professore ordinario in Economia politica ancora giovanissimo, trentenne, grazie ai suoi importanti contributi alla teoria della dinamica economica. La sua attività scientifica fu continua su temi di sviluppo, di macroeconomia, di teoria del valore e della distribuzione, sui cosiddetti teoremi di Modigliani e Pasinetti, sul ciclo economico. Fu un autentico interprete di quella scuola dagli economisti «italo-cambridgiani» che fa capo a Piero Sraffa e Luigi Pasinetti ma anche a John Maynard Keynes e Joan Robinson. Fu inoltre un profondo conoscitore del pensiero economico dei Classici e della teoria keynesiana, dove pure diede dei contributi originali. Di particolare rilievo è il suo contributo allo studio della dinamica economica delineato a partire dagli studi dottorali a Cambridge condotti con la supervisione di Goodwin, le discussioni con Pasinetti e anche con l’«incoraggiamento a proseguire sulla strada intrapresa» ricevuto da Piero Sraffa, come lo stesso Cozzi ricorda nel suo volume Sviluppo e stabilità dell’economia (Fondazione Einaudi, 1969, p. 8). La sua convinzione scientifica fu quella della tradizione «cantabrigense» che porta i nomi prima citati ma egli fu sempre pluralista. Lo dimostra in modo evidente la «Collezione di testi e di studi» del Mulino su «I grandi economisti contemporanei», che curò con Stefano Zamagni e che rappresenta tuttora un riferimento essenziale anche per le giovani generazioni che vogliano sconoscere la solidità attuale della storia del pensiero economico. Terenzio molto si interessò anche di grandi economisti italiani e in particolare di Luigi Einaudi. Con queste personalità ebbe per contiguità intellettuali e scientifiche, affinità elettive o distinzioni dialettiche ma mai esclusive o antagonizzanti per i diversi punti di vista.

Rigoroso professore universitario, si dedicò ai suoi studenti e allievi con molta dedizione, pubblicando anche importanti manuali sia generali che settoriali sullo sviluppo economico. La sua produzione scientifica è importante e tanto diversificata da impedirmi di entrare qui nel dettaglio. Ricordo solo alcuni volumi e alcuni saggi: Movimenti in equilibrio nell'analisi macroeconomica (Giappichelli, 1966); il già citato Sviluppo e stabilità dell'economia (Fondazione L. Einaudi, 1969); Teoria dello sviluppo economico (Il Mulino, 1972; nuova edizione 1979); A Comparison between Goodwin's Normalised General Coordinates and Pasinetti's Vertical Integration Methods, in Nonlinear and Multisectoral Macrodynamics, a cura di K Velupillai (Macmillan, 1990); Economia politica (con S. Zamagni, Il Mulino, 1989, II ed. 1982, III ed. 1994); Piero Sraffa's political economy: a centenary estimate (con R. Marchionatti, Routledge, 2001); Principi di economia politica (con S. Zamagni, Il Mulino, 2004). Per giungere infine al suo ultimo contributo scientifico Pasinetti’s Structural Economic Dynamics, «Structural Change and Economic Dynamics», numero speciale in onore di Luigi Pasinetti.Socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei e dell’Accademia delle Scienze di Torino nel corso degli anni ricopri molti incarichi importanti come membro del Comitato n. 10 del Cnr, vicepresidente e poi presidente del Coripe di Torino, presidente di Storep di cui divenne poi presidente onorario

Terenzio Cozzi fu anche attivissimo nella vita delle istituzioni scientifiche e accademiche. Componente del Comitato scientifico della Fondazione Luigi Einaudi di Torino, e per molti anni suo presidente, fu anche consigliere di Amministrazione dell'Università di Torino. Al Mulino divenne membro dell’Associazione nel 1991, membro del Comitato Scientifico della rivista «Economia Politica», membro del Consiglio editoriale della società editrice, oltre ad essere a lungo nel Consiglio di Amministrazione della società editrice.

Socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei e dell’Accademia delle Scienze di Torino nel corso degli anni ricopri molti incarichi importanti come membro del Comitato n. 10 (Economia) del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), vicepresidente e poi presidente del Coripe di Torino (il Consorzio per il Master in Economia), presidente di Storep (l’Associazione nazionale per la storia dell'economia politica) di cui divenne poi presidente onorario. Inoltre fu membro del Consiglio di amministrazione del Consorzio Carlo Alberto di Moncalieri e della Fondazione Collegio Carlo Alberto, presidente della Società italiana degli economisti e presidente dell’Edizione nazionale degli scritti di Luigi Einaudi per i tipi della Banca d’Italia.

Insieme a un ricordo di grande affetto, Terenzio Cozzi ci lascia quello di un impegno scientifico e civile esercitato anche nelle istituzioni alle quali si è dedicato. Quelle istituzioni e quei gruppi, a cominciare proprio dal Mulino, dove sarà ricordato come persona sempre animata da spirito costruttivo.