La carica dei Lord. Mentre a Londra infuriano le manifestazioni di protesta contro il piano di riduzione della spesa pubblica, che dispone tagli per 81 miliardi di sterline in 4 anni, la geografia politica britannica lentamente si aggiorna. Nel mese di marzo si sono tenute due elezioni suppletive: una per la Camera dei Comuni e una per la Camera dei Lord.

Il 3 marzo gli elettori del seggio di Barnsley Central hanno ridato fiducia al partito laburista, nonostante le elezioni si siano tenute in seguito alle dimissioni di Eric Illsley, deputato labour condannato a un anno di reclusione per lo scandalo dei rimborsi spese gonfiati. Il dato più eclatante è stato il crollo dei consensi per conservatori e liberal-democratici. Il partito di David Cameron è passato dal 17,26% del maggio 2010 allo 8,25% attuale, mentre i lib-dem sono franati dal 17,28% al 4,18% finendo addirittura sesti, preceduti anche dagli indipendentisti dello Ukip, dai fascisti del Bnp e da un candidato indipendente locale. Se la suppletiva nel collegio gallese è stata ampiamente raccontata dai media, meno note sono la vicenda relativa alla sostituzione di Lord Strabolgi, deceduto pochi mesi fa a 96 anni, e i meccanismi di elezione della Camera dei Pari. Il barone Strabolgi era infatti uno dei 92 membri ereditari “sopravvissuti” alla riforma di Blair del 1999.

Per tutto il XX secolo il partito laburista si è speso per eliminare il carattere ereditario della House of Lord, sia per una questione legata all’abbattimento dei privilegi di classe, sia perché la camera alta era a larga maggioranza conservatrice. Nel 1958 vennero introdotti i Lord per nomina e 40 anni dopo i Pari ereditari vennero ridotti a 92. Attualmente la Camera dei Lord conta 792 membri, di cui 26 Lord Spiritual (i vescovi delle 26 diocesi inglesi originarie), 674 Lord nominati dalla Regina su proposta del governo (Cameron in meno di un anno di governo ne ha già designati 107) e, appunto, i 92 Pari ereditari rimasti. L'House of Lords Act del 1999 ridusse da 1330 a 669 i membri ed espulse da Westminster tutti i Lord ereditari eccetto i due che ricoprivano le cariche di Gran Ciambellano e di Gran Maresciallo e i 90 che vennero scelti dalla Camera dei Pari di allora. 75 di questi 90 vennero ripartiti seguendo proporzionalmente la composizione uscente (42 Lord conservatori, 3 liberal-democratici, 2 laburisti e 28 indipendenti) e in caso di morte, dimissioni o rimozione si decise che venissero rimpiazzati attraverso un’elezione ristretta al partito di affiliazione; i restanti 15 vennero invece definiti deputy speaker (sebbene anch’essi siano rappresentanti di un partito o indipendenti) e la loro sostituzione avviene con il voto di tutti i membri della camera alta.

Sebbene la carica sia a vita, alla morte il Lord non viene rimpiazzato da un discendente dinastico. La riforma laburista ha infatti eliminato il meccanismo di trasmissione ereditaria della carica ma ha mantenuto questa “riserva” aristocratica e la possibilità teorica per ogni erede di poter rientrare a Westminster sostituendo un membro defunto o dimissionario che non sia un suo ascendente. Se ad esempio a dover essere sostituito è uno dei 42 membri conservatori, possono tornare in gioco tutti i Lord conservatori esclusi nel ’99 (o, in caso di dipartita, gli eredi di questi) e partecipano al voto i 41 Pari conservatori in carica. Se, invece, ci si trova a dover rimpiazzare un deputy speaker, votano tutti i Lord e possono concorrere tutti gli esclusi del ’99 (o eventuali eredi di questi), senza distinzione partitica. Lord Strabolgi era laburista ma, data la sua carica di deputy speaker, la sua sostituzione sarebbe stata da considerarsi come “aperta”, visto il doversi procedere a votazione plenaria. In realtà, come nelle due precedenti suppletive analoghe, anche in questo caso è stata rigorosamente rispettata l’affiliazione partitica del membro uscente e il defunto Lord è stato rimpiazzato dal barone di Hanworth, Pari laburista che fu costretto a lasciare il suo scranno a Westminster 12 anni fa. Questa ennesima dimostrazione di autoreferenzialità ha riacceso la polemica politica sui 92 Lord ereditari rimasti e sulla Camera dei Pari in generale.

Gordon Brown aveva proposto l’eliminazione dei Lord ereditari ma non è riuscito a portare il provvedimento in Parlamento prima delle elezioni di maggio 2010. Il partito conservatore che guida l’attuale coalizione di governo è storicamente meno sensibile all’argomento ma, data l’insistenza sulla necessità di un taglio dei costi dello Stato, è plausibile che sia proprio David Cameron a proporre una riforma istituzionale dall’alto valore simbolico che elimini la House of Lord e che porti all’introduzione di un Senato da eleggere a suffragio universale.