Capita spesso quando uno parla del Sessantotto in America che l’interlocutore, soprattutto se giovane, faccia immediato riferimento a Berkeley: a un episodio di quattro anni prima. È comprensibile. L’occupazione dell’Università della California a Berkeley nel 1964 è stata il primo grande evento di rivolta studentesca: una sorta di anticipazione del Sessantotto a livello americano e internazionale. Inoltre quell’episodio è stato reso celebre dal libro di Al Draper, Berkeley: The New Student Revolt (tradotto da Einaudi l’anno seguente con il titolo La rivolta di Berkeley). Ed è sullo scenario della baia di San Francisco che è ambientato il film più noto sull’argomento, Fragole e sangue (The Strawberry Statement, uscito nel 1970).

L’episodio più importante dell’anno 1968 è invece l’occupazione della Columbia University, iniziata il 23 aprile e conclusasi una settimana più tardi, il 30 aprile alle 2 e 50 del mattino, dopo lo sgombero effettuato con l’intervento della polizia (circa mille agenti). Con i 720 manifestanti arrestati in una sola notte, Columbia ha rappresentato il caso più clamoroso delle mobilitazioni studentesche. Ma non l’ultimo. Il Sessantotto americano fu infatti concluso violentemente nel 1970 dalla repressione delle mobilitazioni a Kent State University, in occasione della invasione americana della Cambogia, e la strage degli studenti neri.

È importante tenere conto di queste date non per puro gusto cronologico ma per il fatto che nei sei o sette lunghi anni nei quali si svolge il Sessantotto americano il Paese è interessato da cambiamenti profondi – peraltro di segno diverso – nel contesto sociale e politico che vede da un lato crescita sociale e civile nel Paese (la Great Society johnsoniana) e, dall’altro lato – in piena contraddizione o come rovescio della medaglia – un quadro economico sempre più dominato dal complesso militare-industriale. Ed è questo complesso che determina le scelte di guerra che l’America andava conducendo negli anni Sessanta: in primis quella del Vietnam.

 

[L'articolo completo, pubblicato sul "Mulino" n. 3/18, pp. 519-528, è acquistabile qui]