Come siamo impreparati di fronte alla guerra, noi che leggiamo i giornali e ci informiamo religiosamente su internet, e ogni volta, benché democratici, magari di sinistra, ripetiamo le stesse fesserie a distanza di dieci, venti o cent’anni, come se la storia non insegnasse nulla, e ogni volta si dovesse capire tutto daccapo. La trama sembrava già scritta, dopo la Tunisia l’Egitto, dopo l’Egitto la Libia, e poi, perché no?, l’Italia, magari la primavera maghrebina sarebbe arrivata anche da noi… E invece no, il Fiero Beduino, il Cattivo Selvaggio di Tripoli si è messo in mezzo, ci ha guastato l’happy end, mostrando quanto contino, ancora e sempre, i soldi, la forza, e un’assoluta mancanza di scrupoli.

Certo, si rischia di provare ammirazione per il boia libico, se si confronta l’apocalisse scatenata a centocinquanta chilometri dalle nostre coste con le piccole battaglie private ingaggiate sull’argomento dal popolo del web, militarmente schierato dinanzi al proprio computer. E qui bisognerebbe aprire un ampio ed elevato dibattito  su tutta la gente come voi e me – nos semblables, nos frères – che invece di scazzottarsi sanamente nelle osterie, come una volta, lo fa on line, spesso al riparo di uno pseudonimo dietro al quale stanno talvolta autentici mercenari, proprio come quelli libici, solo che questi non sparano Scud, sparano altre cose, che non si possono dire su un sito perbene.Così, a caldo, mi pare di vederne tre tipi. Anzitutto, ci sono quelli che non si capacitano del fatto che l’idillio con Gheddafi sia andato a rotoli, lui ci mitragliava i profughi in alto mare, a distanza di sicurezza dalle coste, poi teneva i sopravvissuti nei lager, così che nelle sere estive potessero sentire la musica dei nostri Club Mediterranée, insomma, cosa potevamo chiedere di meglio, l’unico vero imbarazzo era ospitare il beduino con le tende, le amazzoni e le divise tipo Sargent Pepper, e ora ci mettiamo a sparargli?, e se arrivano milioni, miliardi di profughi, dove li mettiamo, nella casetta al mare, oltretutto abusiva?

Poi ci sono quelli furbi, quelli che hanno capito tutto, il petrolio, ecco la parola magica, e se non fossimo intervenuti sarebbe stato per il petrolio, che del resto potevamo continuare a comprare da Gheddafi, debitamente raffinato dal sangue, e se interveniamo, invece, ovviamente è ancora per il petrolio, e se persino il principio di non contraddizione si ribella tanto peggio per lui, e allora perché siamo intervenuti nel Golfo e in Iraq?, già ma anche in Afghanistan e in Kosovo, c’è il petrolio in Kosovo?, il petrolio libico è il due per cento della produzione mondiale, potremmo comprarlo da chiunque altro, dobbiamo necessariamente comprarlo da un criminale?

Infine, ci sono tutti quelli che avevano rimosso la guerra e se la vedono continuamente tornare, sicché per esorcizzarla ripetono lo stesso mantra, no alla guerra, mai e poi mai, neanche contro Hitler, bisogna convincere educatamente Gheddafi, oppure aspettare che cada da sé, come le pere, nel caso peggiore passeranno cinquanta-sessant’anni di terrore, e che sarà mai?, e poi il colpo del ko, ma si dice ko su un sito culturale?, l’art. 11 della Costituzione, naturalmente, il ripudio della guerra, e mai uno che arrivi a leggere poche righe più sotto, sino alle «limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni», la pace e la giustizia, distinte, saranno mica la stessa cosa?

Mi sbaglio, uno sì: tanto per cambiare, il presidente Napolitano. Se qualcuno ha il tempo di rileggere le sue dichiarazioni, il presidente Napolitano ha giustificato l’intervento proprio in base all’art. 11: tutto l’art. 11, nient’altro che l’art. 11. Certo, il presidente, a differenza del sottoscritto, deve astenersi dal partecipare alle zuffe sul web. Eppure, sarà perché sono un giurista, io la penso esattamente come lui.