«Gli ammalati nel lazzaretto sempre vanno crescendo et non vi è più luogho ove metterli poiché stanno quattro o cinque per letto. Ci è bisogno di cerotti et olii et lo hospidale dice non ne haver più»Come ci si difendeva da morbi, infezioni, malattie e altri flagelli nella società di antico regime? In tre brevi capitoli centrati sull’epidemia di peste del 1630, il libro racconta i tentativi di medici e ufficiali di sanità per individuare sistemi efficaci di prevenzione, la riuscita politica di collaborazione fra Genova e il granducato di Toscana, e l’andamento dell’epidemia in un caso esemplare come Pistoia. Un impasto di erudizione e arguzia, senso del racconto e profondità interpretativa, una nuova occasione per gustare il talento storico e narrativo di Cipolla.

Carlo M. Cipolla (1922-2000) è autore, oltre che della grande sintesi sulla «Storia economica dell’Europa pre-industriale», di numerosi saggi brevi tra cui «Allegro ma non troppo», «Miasmi e umori», «Il burocrate e il marinaio», «Le macchine del tempo», «Le avventure della lira», «Vele e cannoni», «Tre storie extra vaganti», tutti editi dal Mulino.

 

Il pestifero e contagioso morbo. Combattere la peste nell'Italia del Seicento, Collana "Intersezioni", Il Mulino, 2012, pp. 152