In Italia, la sovranità del popolo si esprime in maniera cristallina e inequivocabile tracciando una crocetta sul simbolo di un partito o di una coalizione. Il popolo può addirittura esercitare maggiore sovranità e avere maggiore felicità se dentro quel simbolo di partito o di coalizione si trova anche il nome del capo. Il popolo è sovrano anche perché la sua crocetta è molto potente. Infatti, in un sol colpo, il popolo elegge i parlamentari del suo partito, vota il suo governo, decide chi diventerà e dovrà rimanere, anche se malato o politicamente imbarazzante, Capo del governo, fino alle prossime elezioni, mi correggo subito, fino alla prossima crocetta.Sovranità popolare significa anche, molto concretamente, che il governo e il suo capo, in quanto eletti dal popolo, hanno conquistato tutto il potere politico, sia sul Parlamento sia sulla magistratura la quale di potere non ne può e non ne deve avere proprio niente poiché non è stata eletta. Alla luce di queste scarne considerazioni, confortate anche dai pareri dei noti esperti di diritto Fabrizio Cicchitto e Peppino Calderisi, soltanto casualmente deputati del Popolo della Libertà, e basate sulla variegata ed elastica dottrina di autorevoli costituzionalisti del centro-sinistra, non esiste altro sistema politico al mondo nel quale sussista tanta sovranità popolare come in Italia, persino troppa, se non fosse per lo sfortunato intralcio rappresentato dal Presidente della Repubblica. Altrove, per ragioni di incompetenza politica e dilettantismo giuridico, il popolo talvolta elegge i suoi parlamentari in collegi uninominali (a un turno o a doppio turno), può effettivamente votare per il capo dell’esecutivo (nei sistemi presidenziali e semipresidenziali), addirittura viene generosamente ammesso alla selezione dei candidati alle cariche elettive (primarie per parlamentari, governatori, presidenti). Sono tutte democrazie pre-moderne che invidiano la nostra forma molto più avanzata. Infatti, colà il potere del popolo è tristemente ingabbiato dai freni e dai contrappesi (checks and balances) costituzionali e dalla separazione delle istituzioni e la sua povera sovranità è vanificata dall'esistenza della democrazia rappresentativa. Maledetti siano il francese Montesquieu e l’inglese Mill. Viva l’Italia e la sovranità della crocetta tracciata dal popolo.

 

Salvare la Costituzione italiana, anche dagli azzeccagarbugli di ogni colore e provenienza. Riformandola. Lo spazio è ampio. Bisognerebbe innazitutto conoscere la nostra Costituzione, quindi le Costituzioni di qualche altro sistema politico democratico e la logica dei rapporti fra istituzioni e politica. Poi sarebbe possibile riformare in maniera decente e democraticamente fruttuosa.

Quattro interventi di Gianfranco Pasquino (autore del volume Le parole della politica, recentemente pubblicato dal Mulino).